Contro xenofobia, razzismo e militarismo: unità di classe!
I mass media locali e nazionali hanno dato ampio spazio negli ultimi due giorni alla “fuga” di 189 migranti dal Cara di Pian del lago, a Caltanissetta. Episodio avvenuto mentre nelle stesse ore altre persone recluse nei centri di Pozzallo e Pantelleria tentavano la “fuga”. I vari organi di stampa hanno dato la notizia con toni allarmati riportando le dichiarazioni nel merito di vari rappresentanti istituzionali, dichiarazioni pressoché identiche nella sostanza, al di là dei differenti colori politici dei soggetti in questione.
Il sindaco di Caltanissetta Gambino, in quota M5s, è stato il primo a intervenire sulla vicenda, invitando il ministro degli Interni Lamorgese a chiudere la struttura nissena “perchè non idonea per la quarantena” e lamentando la minaccia alla “sicurezza” dei “cittadini nisseni”. Non ci meravigliano simili esternazioni visto che il M5s non ha mai nascosto la propria natura xenofoba, caratterizzandosi in particolare alle elezioni politiche del 2018 con un programma elettorale che rispetto alla voce “migranti” portava come slogan “sbarchi zero”, pienamente in linea con la Lega di Salvini che infatti dopo quella tornata elettorale andò al governo proprio coi pentastellati (affinità elettive).
Il sindaco nisseno ha rimarcato di volere esprimere la “preoccupazione” della cittadinanza locale. Difatti, dopo che si è diffusa la notizia della fuga dei migranti dal centro di “accoglienza”, i social networks si sono riempiti in un batter d’occhio di fiumi di dichiarazioni xenofobe e razziste di tanta brava gente preoccupata dal fatto che i “fuggitivi” potessero contirubire alla diffusione del covid19. Sebbene in Sicilia il covid19 abbia avuto un impatto quasi nullo persino nella scorsa primavera, cioè quando il Nord Italia faceva registrare bilanci molto pesanti, e sebbene oggi la curva dei contagi nella regione siciliana sia prossima allo zero, tanto che i nisseni quotidianamente non si lasciano sfuggire la possibilità di fare shopping, movida e di riempire i locali, improvvisamente nel centro siciliano è arrivata la paura del covid19 a causa di un gruppo di “immigrati” in fuga dal centro dove si trovavano “in quarantena” (e sebbene le stesse “autorità” preposte abbiano dichiarato che le persone in questione risultano negative ai controlli).
La borghesia stracciona, in particolare quella del centro siciliano in oggetto, impregnata dal pensiero unico dominante, fa suoi i peggiori luoghi comuni xenofobi e non perde l’occasione di fare conoscere pubblicamente la propria natura razzista. E ciò indipendentemente dalle collocazioni “politiche”, anche se è scontato che le destre in questo momento stiano soffiando maggiormente sul fuoco con finalità strumentali, in particolare la Lega, a partire dal segretario nazionale Salvini ad arrivare all’ultimo tirapiedi locale.
Non a caso, il presidente della Regione Musumeci, eletto nel novembre 2017 a Palazzo d’Orleans coi voti delle forze di destra, dalla Lega a Fdi e Fi, ha colto la palla al balzo per tirar fuori le consuete banalità campanilistiche, ad esempio la Sicilia che “viene maltrattata dal governo di Roma” (slogan oggi spendibile visto che al governo nazionale stanno Pd e M5s, cioè dei suoi avversari politici), e per sviolinare le forze dell’ordine alle quali ha espresso gratitudine per “tutto quello che fanno” (come dimostrano anche le recenti cronache piacentine, aggiungiamo noi!).
Va detto che la diffusione di idee xenofobe e razziste non è prerogativa della destra, come confermato, se mai ce ne fosse bisogno, dalle recentissime dichiarazioni dell’ex ministro degli Interni Minniti, in quota Pd, quello che coi suoi accordi con la guardia costiera libica spianò la strada a Salvini. Minniti ha infatti dichiarato, come riportato in queste ore da tutti gli organi di stampa, che “esiste una correlazione fra migranti e covid19”!
Ma tornando agli ultimi fatti, il sindaco di Caltanissetta, in seguito a un vertice in prefettura, ha poi dichiarato che il prefetto di Caltanissetta chiederà al Viminale “di rafforzare l’organico delle forze dell’ordine sul territorio”. Singolare, infine, che il primo cittadino nisseno abbia aggiunto che situazioni come questa rischiano di creare “derive razziste” dato che, in realtà, la deriva razzista è già in atto da tempo e il M5s ha contribuito attivamente a produrla.
In fin dei conti, nulla di nuovo all’orizzonte: mentre tante persone, soprattuto in queste ore, approfittando del bel tempo, mettono a rischio la propria vita in mare nei viaggi della speranza per sfuggire ai disastri prodotti dal capitalismo “a casa loro” (guerre, miseria, devastazione ambientale), i politicanti borghesi nostrani dei vari schieramenti spacciano la loro solita merce avariata, rincorrendosi fra loro sul terreno della reazione, proponendo soluzioni a base di securitarismo e militarizzazione dei territori e agitando lo spauracchio dell’”immigrato”, chi con toni più violenti (destra) chi con toni apparentemente meno aggressivi ma non per questo meno ipocriti e odiosi: si vedano, ad esempio, le recenti dichiarazioni della ministra renziana Bellanova che ha invitato ad aprire le porte dell’Italia ai migranti, ma solo perchè… il Bel Paese ha bisogno di lavoratori da sfruttare sino all’osso!(traduzione nostra dal politichese).
In conclusione, respingiamo radicalmente le misure xenofobe e razziste promosse dai vari governi di tutti i colori a livello locale e nazionale, rispediamo al mittente il securitarismo e gli appelli alla militarizzazione dei territori. Il problema di certo non è costituito dalle persone che fuggono disperate alla ricerca di una possibilità di vita. Il problema, quello sì reale, e anche gigantesco, è un sistema economico disumano che in nome del profitto mercifica l’essere umano e la natura. Pertanto, riteniamo che vadano chiuse le attuali strutture che ipocritamente sono definite di “accoglienza” ma che in realtà sono prigioni per migranti, sovraffollate e incapaci di garantire la dignità della persona (e ciò anche perchè la gestione di questi centri ruota attorno al business ed è terreno di competizione fra imprese che vincono gli appalti con gare a ribasso).
Riteniamo che sarebbero semmai necessarie delle strutture capaci di fornire realmente accoglienza e siamo per le frontiere aperte e per la libertà di movimento, conspevoli che, come la storia insegna, le politiche razziste e di respingimento non hanno mai prodotto nulla di buono, hanno solo aumentantano lutti e sofferenze senza riuscire a frenare le migrazioni perchè dalla fame, dalla miseria e dalle guerre si fuggirà sempre: si chiama istinto di autoconservazione ed è presente in ogni persona (anche in quelle che schiumano rabbia dalla bocca contro chi sta peggio di loro, al punto da assumere una fisionomia che di “umano” ha ben poco…). E aggiungiamo che dare i diritti alle persone immigrate andrebbe anche a vantaggio dei lavoratori indigeni, mentre le differenziazioni fra “italiani” (oppure “nisseni”, per declinarla in salsa locale) e “immigrati”, stupidamente promossa da xenofobi e razzisti, produce solo guerra fra poveri facendo il gioco dei padroni. Non è un concetto molto difficile da comprendere.
Contrariamente a quanto scrivono alcuni sedicenti “comunisti”, ci riferiamo al cosiddetto “Coordinamento unitario delle Sinistre d’Opposizione Caltanissetta” (una sorta di fronte che raccoglie i rottami della sinistra riformista locale – tipo Pci, Pcl – ridotta ormai ai minimi termini per le politiche opportunistiche promosse negli anni) non pensiamo semplicemente che nelle forze dell’ordine ci siano delle “mele marce” e che dunque le ff.oo. vadano “ripulite”. Pensiamo semmai, marxianamente, che le suddette siano una sovrastruttura funzionale al mantenimento della struttura economica e, dunque, del potere nelle mani della classe dominante.
Pertanto, contrariamente ai “comunisti” nisseni che scendono in piazza appellandosi alla Costituzione (cioè alla carta che sancisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, la quale è all’origine delle tremende diseguaglianze sociali esistenti), riteniamo che il problema reale sia il sistema economico disumano in cui viviamo e che solo l’abbattimento di questo sistema profondamente iniquo potrà schiudere un futuro di solidarietà e di pace. Per fare questo è necessario solidarizzare coi fratelli migranti e promuovere l’unità di classe nelle lotte. Noi siamo coi fratelli che fuggono, magari scalzi, contro i benpensanti, di destra o di sinistra che siano, i quali vedono un pericolo nel fratello. Siamo con chi vuole essere libero, in un mondo senza muri e barriere.