La settimana è iniziata con altre notizie di dimissioni e licenziamenti di funzionari pubblici per essersi espressi contro le azioni del regime. Nonostante la relativa quiete nelle strade, le autorità si sono raggruppate e ora stanno iniziando a reprimere gli attivisti. Lunedì 17 agosto Lukashenko ha visitato una fabbrica MZKT di Minsk. I lavoratori avevano segnalato diversi autobus con persone non identificate che indossavano uniformi aziendali che scendevano dagli autobus. Con i cecchini sui tetti e la polizia intorno e all’interno della fabbrica, Lukashenko è arrivato su un elicottero (il suo mezzo di trasporto preferito ultimamente), ed è stato comunque accolto dai lavoratori che gridavano “Fuori!”. Visibilmente nervoso, ha continuato a insultare i lavoratori poiché si è scoperto che nonostante tutti gli sforzi non era riuscito a placare la folla. Si è ritirato col suo codazzo ed è andato in un’altra fabbrica: MAZ.
Questo ha segnato l’inizio di un periodo incerto. Alcuni dicono che le proteste stanno perdendo vigore nella loro seconda settimana, e dobbiamo essere in qualche modo d’accordo. I lavoratori subiscono pressioni sia dall’amministrazione delle rispettive imprese che dalle autorità. Il governo ha emesso un’ordinanza speciale in cui dichiara inaccettabile che gli scioperi e le proteste continuino nelle imprese. Nonostante i migliori sforzi degli organizzatori dello sciopero, la maggior parte dei lavoratori viene intimidita dai padroni e, a causa del modo in cui opera la legislazione in materia di scioperi, è impossibile indire uno sciopero basato su richieste politiche. Le autorità stanno in forza di ciò stanno per sequestrare gli attivisti, licenziarli e spaventare i loro colleghi affinché obbediscano. Uno dei principali attivisti dello sciopero a Belaruskali (impresa mineraria di cloruro di potassio) è stato rapito dalle forze dell’ordine. Tuttavia è riuscito a scappare. Alcune delle imprese avevano già comitati di sciopero che radunavano con successo le persone, ma ci sono modi per le autorità di congelare le attività di sciopero (ad esempio attraverso un decreto speciale del presidente). Sempre più lavoratori vengono perseguiti per aver rivendicato il diritto di essere ascoltati.
Lukashenko sta usando le risorse amministrative per radunare i sostenitori e dare una dimostrazione di potere e sostegno popolare. Dobbiamo sottolineare che ci sono persone che sostengono davvero Lukashenko, tuttavia, ci sono numerose segnalazioni di lavoratori statali costretti a partecipare alle manifestazioni pro-Lukashenko. Abbiamo anche ricevuto informazioni che il Ministero della Difesa sta organizzando cortei di mezzi con insegne ufficiali e bandiere che girano per paesi e città (mentre gli ufficiali, per non farsi riconoscere, viaggiano in auto civili, spesso senza targhe). La società si sta ulteriormente polarizzando.
Nel frattempo il quartier generale unito dell’opposizione si è mosso per creare il cosiddetto “Consiglio di coordinamento”. Quali che fossero le loro ragioni, alla fine non si trattava dell’organo rappresentativo tutto bielorusso di cui scrivevano. Piuttosto, il “Consiglio” è stato scelto senza una procedura trasparente e ora include molti noti e screditati politici dell’opposizione, rappresentanti di ONG, uomini d’affari, personaggi dei media e non una singola manciata di lavoratori per rappresentare i comitati di sciopero. Il “Consiglio” è stato pesantemente criticato per la sua condotta e sostanzialmente si è rifiutato di presentare qualsiasi richiesta o strategia oltre a chiedere nuove elezioni e il rilascio di prigionieri, insistendo sul fatto che si considera solo come un mezzo per traghettare il Paese in una transizione di potere. Ora sembra essere un vascello vuoto, mentre le proteste nelle strade stanno cominciando a spegnersi, la polizia è tornata ad arrestare gli attivisti, il tutto mentre la vecchia opposizione è tornata a tenere conferenze stampa inefficaci invece di fornire una chiara leadership.
Non siamo completamente certi che questa sia la fine. A differenza delle azioni di strada, gli scioperi efficaci richiedono tempo per essere organizzati, cosa che sembra andare la capacitàa di comprensione dei manifestanti liberali. È ovvio che la quantità delle proteste sia diminuita. Tuttavia, continuano in tutto il Paese. E stiamo facendo del nostro meglio per organizzare canali di comunicazione e agitare i lavoratori, stabilire collegamenti con i sindacati indipendenti.
I nostri compagni stranieri sono impegnati a discutere se Tsikhanovskaya e l’opposizione faciliteranno le riforme neoliberiste. Vorremmo sottolineare che sia il quartier generale unito dell’opposizione che Lukashenko rappresentano le forze del capitale. Una domanda migliore è se Lukashenko aspetterà che finisca la tempesta e inizierà una sottile campagna di repressione contro gli attivisti, o si scaglierà e cercherà di seppellire del tutto le proteste con un unico colpo di grazia. Mentre le ultime due settimane sembrano segnare la fine del regime, nessuno può dire quanto tempo ci vorrà. Con tutta l’imprevedibilità dei prossimi giorni continueremo a organizzarci e prepararci. Ciò che sta accadendo potrebbe non essere stata una lotta per la sinistra, ma è una battaglia a cui abbiamo scelto di unirci, a beneficio delle persone comuni del Paese.