VIVA LA SOLLEVAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLA CLASSE OPERAIA IRANIANA E DELLE MASSE POPOLARI IMPOVERITE PER IL PANE, LA TERRA E LA LIBERTÀ!
I prezzi internazionali del grano continuano a salire in questo putrido sistema capitalista mondiale dominato dall’imperialismo, una questione che priva sempre più gli operai del pane. Di fronte a questa situazione, il governo anti-operaio degli ayatollah ha rimosso i sussidi per la farina, il che ha fatto schizzare il prezzo del pane in Iran e ha fatto salire alle stelle il costo della vita. Si sta vivendo una spirale inflazionistica che sembra non avere fine. Ogni giorno i lavoratori iraniani vedono che il loro salario vale sempre meno, mentre gli ayatollah si arricchiscono con il barile di petrolio a 110 dollari a livello internazionale. I chierici vivono come re e il popolo come mendicante!
I lavoratori e le masse popolari iraniane si accorgono di essere in piedi sull’oro nero e non riescono a portare il pane a casa. Così, nella lotta per il pane, sono scoppiate marce, proteste e scontri con le forze della repressione in diverse città, come Khuzestan, Qom, Susangerd, Izeh, Shiraz, Hafshjan, Neishabour, e anche nella capitale Teheran. Ci sono state rivolte e saccheggi nei magazzini degli ayatollah e delle loro guardie. Le proteste si stanno espandendo città dopo città e la rivolta è già generalizzata. Ma ci sono state anche enormi marce a livello locale e nazionale, che hanno colpito contemporaneamente la teocrazia in tutto il territorio iraniano. Il grido di battaglia in questa lotta è “morte a Raisi!” (il presidente iraniano), “morte a Khamenei!” (il leader supremo e la massima autorità in Iran). Vale a dire, le masse sfruttate sanno che per conquistare il pane devono sconfiggere gli ayatollah.
Va notato che questo processo si è fuso con una molteplicità di scioperi, proteste e altre lotte operaie che si stavano svolgendo in modo disperso, per settore, in varie città iraniane, come i lavoratori petroliferi, petrolchimici, metallurgici, agroindustriali , e gli insegnanti, che sono stati coloro che solo due mesi fa sono riusciti a realizzare uno sciopero nazionale. Le loro richieste di un salario dignitoso, contro la precarietà del lavoro, contro i licenziamenti, per la libertà dei compagni detenuti nella lotta, sono ora confluite nella stessa lotta generalizzata contro gli ayatollah per conquistare il pane e per questo bisogna rovesciare la teocrazia!
Questo processo si è sviluppato negli ultimi anni, in cui ci sono state anche rivolte per l’acqua, come l’anno scorso in Khuzestan e in altre aree dell’Iran, o la grande sollevazione rivoluzionaria di massa che ha scosso l’intero Paese nel 2019 a causa dell’aumento dei prezzi del carburante e l’insopportabile aumento del costo della vita che si è scontrato direttamente con il regime teocratico e le sue forze di repressione, lasciando più di 1.500 morti e 8.000 prigionieri politici, la maggior parte condannati all’ergastolo e alla morte, e alcuni già assassinati. Siamo di fronte a ondate successive di scioperi, mobilitazioni, rivolte contro il regime, come accadde verso la fine degli anni ’70, quando finrono per aprire la strada alla grande rivoluzione degli ’80 che rovesciava lo scià Reza Pahlavi. In altre parole, se questo processo si sviluppasse fino al collasso del regime, potremmo trovarci di fronte all’inizio di una nuova rivoluzione iraniana, questa volta contro gli ayatollah.
LA TEOCRAZIA IRANIANA: UNA FORZA CONTRORIVOLUZIONARIA IN IRAN E IN TUTTO IL MEDIO ORIENTE
Gli ayatollah hanno risposto e stanno rispondendo a questo processo con una repressione uguale o peggiore di quella dello Scià alla fine degli anni ’70: con centinaia di morti, migliaia di prigionieri, licenziamenti e persecuzioni dei dirigenti. È un regime che si è rafforzato massacrando la rivoluzione siriana, massacrando la sollevazione rivoluzionaria in Iraq, sostenendo gli Houthi per deviare la rivoluzione yemenita e sostenendo Hezbollah per schiacciare le masse libanesi e, insieme ad Al Assad, proteggere le frontiere del sionismo.
Gli ayatollah e la loro guardia controrivoluzionaria sono i macellai delle masse popolari del Medio Oriente, affamatori e repressori del loro stesso popolo. La lotta rivoluzionaria nel cuore dell’Iran è un grande colpo da sinistra di fronte alle dure sconfitte che abbiamo subito nelle rivoluzioni in Medio Oriente, non solo quelle sopra menzionate, ma anche Tunisia, Egitto, Bahrain, tra le altre. I migliori alleati dei lavoratori iraniani sono la resistenza siriana, palestinese, delle masse che lottano per la caduta della dittatura in Sudan, ecc. Si tratta di invertire la grande tragedia che costituì per gli sfruttati del Medio Oriente la divisione tra sciiti e sunniti aizzata dall’imperialismo, specialmente dalla sanguinosa guerra Iraq-Iran degli anni ’80, per riunificare i ranghi della classe operaia in tutta la regione.
LA TRAPPOLA DI UN FRONTE BORGHESE D’OPPOSIZIONE AGLI AYATOLLAH
SOLO LA CLASSE OPERAIA PUÒ DARE UNA VIA D’USCITA ALL’INSIEME DEGLI SFRUTTATI
Anticipando un’imminente caduta del regime iraniano, l’imperialismo yankee sta mettendo in piedi un’alternativa per espropriare la rivoluzione in modo che il potere non cada nelle mani delle masse. Ha costituito un fronte con il settore dell’opposizione borghese guidato da Maryam Rajavi chiamato “Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana”, composto da uomini d’affari tanto affamatori come gli ayatollah e agenti diretti degli yankee.
Gli ayatollah si distinguono da questo settore travestendosi da antimperialisti (appoggiati dai loro seguaci nel movimento operaio, come i partiti stalinisti e la sinistra riformista), quando sono loro stessi ad applicare i peggiori piani di fame e miseria contro le masse, mentre fanno affari con l’imperialismo europeo e stanno negoziando con tutte le potenze imperialiste a Vienna come consegneranno gli affari in cambio di investimenti nel parco industriale e petrolifero, restando come gestori dello stesso. Siamo di fronte a due capi della stessa corda che strangola la classe operaia iraniana e dell’intero Medio Oriente. Solo la classe operaia alla testa delle masse popolari impoverite iraniane può fornire una via d’uscita a favore dell’insieme degli sfruttati.
ABBASSO IL REGIME DELLA TEOCRAZIA IRANIANA!
Bisogna unificare questo grande processo rivoluzionario che è sorto in Iran in un congresso operaio e dei contadini poveri, per mettere fine a questo regime affamatore e repressore. Mandiamo delegati di tutti i settori che stanno lottando e di quelli che si stanno unendo nelle rivendicazioni ad un coordinamento nazionale di lotta. Sciopero generale ora!
Via la dittatura degli ayatollah e le loro forze repressive che impongono le peggiori carestie di fame e miseria! Per la dissoluzione della loro casta di ufficiali della Guardia iraniana assassina! Rientrino le truppe dalla Siria, dall’Iraq e dall’intero Medio Oriente! Libertà per i prigionieri politici! Per un’assemblea nazionale iraniana, con un rappresentante ogni 100.000, revocabile in qualsiasi momento dai suoi elettori, che guadagni il salario di un operaio medio!
Ritornino le shoras, i consigli degli operai e dei soldati, come nella rivoluzione degli anni ’80!
Per conquistare il pane, espropriazione dell’industria petrolifera, petrolchimiche e alimentare per garantire fondi, uno salario dignitoso e cibo a tutto il popolo! Basta chierici e uomini d’affari miliardari che vivono come re mentre gli operai vivono come mendicanti!
Questo può essere garantito solo da un governo provvisorio rivoluzionario operaio e contadino, che rompa con ogni frazione borghese, alleato con le masse sfruttate di Siria, Iraq, Libano, Palestina, Sudan, che rimetta in piedi la regione contro tutti i governi e i regimi servi dell’imperialismo che saccheggiano il Medio Oriente. C’è solo una battaglia… In tutto il Maghreb e in Medio Oriente, una stessa intifada!
qui l’originale in spagnolo → http://www.flti-ci.org/iran/2022/mayo/iran.html