A più di un anno dall’invasione russa: Una nazione oppressa, occupata e massacrata da Putin. Una colonia sempre più indebitata con l’imperialismo e il FMI
La classe operaia paga con il suo sangue i costi di questa guerra di invasione impostale da Mosca
PER UNA DIREZIONE PROLETARIA DELLA GUERRA PER SCONFIGGERE LO SCIACALLO PUTIN E ROMPERE CON IL FMI!
La nazione oppressa e il proletariato ucraino non possono essere lasciati soli
I giovani russi si ribellano e rifiutano di andare a morire per Putin e la sua autocrazia
Nell’Europa di Maastricht e negli USA, la classe operaia sta già affrontando i governi imperialisti. Essa ha la chiave per sconfiggere la NATO e andare in aiuto dell’Ucraina massacrata!
Gli operai francesi indicano la via!
Le sofferenze delle masse ucraine continuano ad aggravarsi a più di un anno dall’invasione russa. Gli attacchi più aggressivi del macellaio Putin si concentrano oggi nella zona del Donbass, principalmente nelle città di Bakhmut e Avdiivka. Tuttavia, la Russia sta colpendo l’Ucraina con bombardamenti aerei, missili e razzi anche nelle province di Kharkov, Zaporiya, Odessa, attaccando tutte le infrastrutture e aumentando di giorno in giorno il numero di morti sotto le macerie, così come le penurie inaudite delle masse. È la classe operaia che combatte nella guerra. È da tempo che l’oligarchia e la borghesia ucraine sono in vacanza fuori dal Paese.
Migliaia di lavoratori e le loro famiglie vivono ancora nelle città bombardate, nascosti negli scantinati, senza acqua né elettricità. Secondo i dati ufficiali, ci sono già più di 200mila morti. Il costo economico della guerra per l’Ucraina è enorme: il suo PIL si è contratto del 35% nel 2022, e il deficit di bilancio dello Stato ha superato i 25 miliardi di dollari. I danni sono stimati in 138 miliardi di dollari.
La guerra sta assumendo un carattere cronico: Putin si è impantanato e non riesce a controllare tutti i territori delle province di Donetsk e Luhansk, anche se una porzione di questi territori era passata sotto il suo controllo nei cosiddetti “Accordi di Minsk” con cui la Russia e l’imperialismo avevano diviso la nazione ucraina. Questo “fallimento” del Cremlino è in gran parte dovuto a quello che possiamo chiamare “il fucile più potente” che ha la classe operaia ucraina: il rifiuto dei soldati russi di morire e uccidere per gli interessi del macellaio del Cremlino. Cioè, la Russia ha ancora le mani legate dal suo stesso popolo e dalla classe operaia mondiale per andare a una guerra di sterminio totale con bombardamenti aerei, come ha fatto l'”Attila” di Mosca con Al Assad in Siria.
È così che la politica della Russia sembra concentrarsi sulla guerra di trincea, di occupazione del territorio, che sono quelli che aveva prima dell’invasione, e su un graduale assedio e distruzione delle infrastrutture dell’Ucraina per via aerea con droni, e dal Mar Baltico e dal Mar Nero.
Si stima che la Russia abbia distrutto circa la metà delle infrastrutture energetiche ucraine, facendo precipitare le popolazione nell’oscurità e nel freddo nei mesi invernali più rigidi. E questa offensiva di Putin ha incluso l’invasione della Bielorussia, con il sostegno del governo di quella nazione, portando truppe e armi nucleari. Proprio lì, nel 2020, lo sciacallo Putin aveva svolto il suo ruolo di sicario e gendarme dell’imperialismo, sostenendo l’odiato regime di Lukashenko e soffocando con le sue truppe assassine gli operai che si erano sollevati.
Bielorussia e Kazakistan sono stati i luoghi in cui Putin ha massacrato rivolte e sollevazioni di operai e masse popolari impoverite negli ultimi anni. Queste avventure controrivoluzionarie sono state la “testa di ponte” di Putin per la sua invasione dell’Ucraina.
Siamo di fronte a una guerra di invasione della “Grande Russia” contro una nazione oppressa che è l’Ucraina. Putin, volendo ancora dimostrare di essere necessario come gendarme dell’imperialismo nella regione, cerca di appropriarsi di una parte della nazione ucraina, mentre gli yankee e la NATO, senza sparare un solo colpo direttamente, cercano di essere quelli che conquistano la maggior parte del bottino di un’Ucraina indebitata in misura estrema e offrendo un succoso affare multimilionario con la ricostruzione, da cui ne tragga profitto tutto l’imperialismo.
Ecco perché, con il passare dei mesi, diventa sempre più chiaro che la politica dell’imperialismo in Ucraina è che Putin massacri e devasti la nazione, ma non vinca la guerra.
Al contrario di quanto sostiene la sinistra lacchè della NATO, che chiede a gran voce che essa invii più armi e migliori, l’imperialismo non vuole armare l’Ucraina a un livello tale da sconfiggere Mosca. Inoltre, gli yankee non sono una forza di liberazione nazionale. Affermare il contrario non è solo un errore, ma una vera infamia.
Gli USA costringono la Russia in una guerra di trincea difensiva, dove le zone stanno già iniziando a essere delimitate con confini di guerra, sia nel Donbass che in Crimea.
In questa guerra di logoramento, gli yankee stanno attenti a non indebolire Putin e le sue forze controrivoluzionarie all’estremo, poiché gli USA non possono ancora con il proprio esercito fermare gli operai che nelle rivolte successive si sono sollevati come abbiamo visto in Kazakistan, Kirghizistan, ieri in Georgia e nel Caucaso, contro i peggiori saccheggi imperialisti e l’attacco dei capitalisti contro le masse. Gli USA hanno ancora bisogno del loro sicario, anche in Siria, per continuare a svolgere un ruolo vitale nel sostenere Assad, che garantisce la divisione di quella nazione e un enorme saccheggio a beneficio di tutte le potenze imperialiste, sia gli USA che l’Europa e la stessa Turchia.
Da qui questa guerra di logoramento che gli USA provocano alla Russia in Ucraina e l’assedio economico che le impongono in modo che emerga una frazione borghese a Mosca, agente diretta di Washington. Questo è ciò di cui Wall Street ha bisogno, e da cui deriva la rottura dell’equilibrio, del commercio e dello spazio vitale che l’imperialismo franco-tedesco aveva in tutta Europa, basato in gran parte sull’estrazione di minerali, gas e materie prime dalla Russia.
Da parte sua, Mosca non può rinunciare al Donbass o alla Crimea, a rischio di andare incontro a una nuova implosione, crisi e persino rivolta di massa. La sollevazione di migliaia e migliaia di giovani che si rifiutano di andare a combattere e morire per lo sciacallo di Mosca e per i suoi affari, anticipa ciò che accadrà con la caduta di Putin.
D’altra parte, come si vede, il massiccio ritiro del capitale imperialista dalla Russia sta causando gravi danni alla sua moneta, poiché le multinazionali si ritirano vendendo le loro azioni e società e sottraendo dollari da quest’ultime. Nel corso della guerra, 25 miliardi di dollari hanno lasciato la Russia. La crisi è già iniziata.
Putin il cosiddetto “antimperialista”, mentre gli yankee impongono un embargo di beni all’estero all’oligarchia russa e alle sue imprese per più di 300 miliardi di dollari, facilita gli stessi yankee a Mosca in modo che si prendano liberamente i soldi quando liquidano le loro aziende, banche, ecc.
La svalutazione del rublo ha già raggiunto la Grande Russia e con essa l’aumento della fame e della miseria delle masse.
Come vedremo in questo articolo, contrariamente a ciò che affermano quanti dicono che lo sciacallo Putin “sta liberando” l’Ucraina, e al contrario di ciò che proclama il “club degli amici della NATO” che vuole presentare quest’ultima come la salvatrice della nazione, più Putin massacra in Ucraina, e più la nazione e la classe operaia sono legate e sottoposte all’imperialismo. A dire il vero, il massacro di Putin e il saccheggio imperialista sono le due estremità della stessa corda che strangola la nazione ucraina e la sua classe operaia.
UCRAINA: Una nazione saccheggiata dall’imperialismo e distrutta dalle bombe di Putin
O l’Ucraina sarà sovietica e indipendente, o sarà una colonia sotto tutela
Dall’invasione russa, l’Ucraina ha speso più di 32 miliardi di dollari per la difesa nazionale, quasi 10 volte di più rispetto al 2021. Nonostante i livelli record di disoccupazione, diverse regioni stanno già affrontando carenze di personale a causa dell’esodo forzato di quasi 8 milioni di persone dall’Ucraina e dei 5 milioni di sfollati interni. L’alta inflazione e l’aumento dei prezzi di cibo, beni essenziali ed elettricità hanno prodotto una grave crisi del costo della vita in tempo di guerra.
Nel frattempo, le banche e le aziende rimangono nelle mani dell’imperialismo e degli oligarchi soci di Zelensky che fanno affari favolosi.
Ricordiamo che, nel bel mezzo della guerra, Zelensky ha applicato contro i lavoratori una brutale controriforma di precarizzazione del lavoro che nessun presidente prima (né il socio di Mosca Yanukovich, né il burattino dell’imperialismo Poroschenko) era riuscito a imporre. Questa legge ha permesso di licenziare i lavoratori senza giustificazione e senza il consenso dei sindacati, ha aumentato la settimana lavorativa a 60 ore e ha abolito l’inviolabilità del diritto al salario. Inoltre, Zelensky ha esentato i padroni dal mantenere in aspettativa dal posto di lavoro e continuare a pagare i salari degli operai arruolati al fronte.
Come fa sempre la borghesia, i costi della guerra e della crisi vengono scaricati sui lavoratori. Anche i soldati vedono la loro paga erosa, in aggiunta al fatto che alcuni stanno ancora aspettando i loro stipendi da novembre o dicembre, generando un’ondata di malessere e persino di demoralizzazione tra i soldati.
L’imperialismo pregusta il business del debito e della ricostruzione
Il business per il quale gli USA e le potenze europee stanno sbavando è quello della futura ricostruzione dell’Ucraina, valutata 750 miliardi di dollari.
Contro i servitori di sinistra della NATO, vale la pena chiarire che i pirati imperialisti non regalano una sola munizione di fucile all’Ucraina, ma le vendono. È un business.
Il debito estero dell’Ucraina non smette di crescere con ogni pacchetto di “aiuti”, ogni spedizione di materiale bellico, che nella sua stragrande maggioranza è formato dalle rimanenze che gli Stati imperialisti dovevano gettare via, è da pagare. Dal 24 febbraio 2022, quando è iniziata l’invasione russa, l’Ucraina ha ricevuto oltre 20 miliardi di dollari dalla Banca Mondiale e oltre 110 miliardi di dollari dagli Stati Uniti, compreso il sostegno militare. Un vero saccheggio delle vene dell’Ucraina. Solo nel 2022 l’Ucraina ha dovuto rimborsare circa 18,5 miliardi di dollari di debito estero. Agli interessi che si moltiplicano ad ogni rinvio di questo debito fraudolento si aggiungono, inoltre, nuovi prestiti milionari – condizionati alla realizzazione di nuove controriforme politiche ed economiche – che continueranno ad aggravare l’ipoteca ucraina.
Nel frattempo, Cargill, Monsanto e le grandi industrie dei cereali continuano a fare favolosi profitti con il grano e i cereali ucraini. Allo stesso modo, continuano a funzionare gli altiforni dell’acciaieria Arcelormittal di Kyrvoi Rih, mentre le miniere e i giacimenti ucraini di carbone, grafite, titanio e manganese (che rappresentano la terza riserva al mondo), tra le altre ricchezze, non hanno smesso di essere saccheggiati. Tutti fanno grandi affari con il sangue del proletariato e delle masse impoverite delle città e delle campagne.
Mentre Putin annega nel sangue e distrugge l’Ucraina, la Russia è sempre più accerchiata e annegata economicamente
Come abbiamo già visto e dimostrato, l’impantanamento della Russia in Ucraina ha avuto un forte impatto sulla sua economia. Le entrate energetiche del governo sono diminuite di quasi la metà, mentre il deficit di bilancio ha raggiunto i 34 miliardi di dollari nei primi due mesi di quest’anno, pari a oltre l’1,5% della produzione economica totale del Paese. L’attuale tasso di crescita della Russia si attesta all’1%, che in un Paese come questo non è nemmeno un tasso di mantenimento, con una contrazione di circa il 2% del suo PIL.
Le banche russe sono anche colpite dalla crisi economica derivante dalla guerra con perdite milionarie della Banca centrale e profitti in calo per le maggiori banche russe.
Le restrizioni alle importazioni della Russia fanno sentire il loro impatto sull’industria. L’industria della difesa russa rimane in gran misura dipendente da parti e componenti importati dall’Occidente. E in questa guerra la Russia ha perso notevoli quantità di armi, munizioni e attrezzature. A metà dicembre 2022, la Russia ha perso 4500 veicoli blindati, 63 aerei ad ala fissa, 70 elicotteri, 150 veicoli aerei senza equipaggio, 12 navi da guerra e oltre 600 sistemi di artiglieria.
Si stima (perché gran parte del budget è classificato o non elencato) che un terzo del bilancio russo sia destinato all’invasione: 31 miliardi di dollari. Ma mentre l’industria degli armamenti è quella che sta “fiorendo” nell’economia russa, questo corrisponde al suo consumo perché sta conducendo un’invasione, mentre la Russia come “grande esportatore di armi” sta cessando di occupare quel posto. La quota della Russia nelle esportazioni globali di armi è scesa dal 22% al 16%. Indubbiamente, il più grande beneficiario di questo calo sono stati gli USA: la loro quota di mercato è cresciuta di 7 punti percentuali arrivando al 40%.
Insistiamo sul fatto che in questa guerra Putin distrugge l’Ucraina, la devasta e la massacra e annega nel sangue la classe operaia ucraina, che sarà assolutamente schiacciata se Putin vincerà la guerra e otterrà quindi un altro dei grandi obiettivi di questa invasione: imporre la divisione della nazione e la sua colonizzazione definitiva. E, se il proletariato non lo impedisce, assisteremo a nuovi scontri mondiali tra le potenze imperialiste per ricolonizzare la Russia e la Cina.
Ma oggi la politica degli USA è, come abbiamo detto, che la Russia non vinca la guerra, ma si logori a un livello tale da andare in bancarotta economicamente… senza che la NATO spari un solo colpo. Questa è la forza della politica di Biden e della NATO.
Contro coloro che sostengono che questa è una “guerra inter-imperialista” tra gli Stati Uniti e la NATO da una parte e Putin dall’altra, mentono spudoratamente. Sarebbe una ben strana “guerra della NATO” quella in cui essa consegna missili che non vanno oltre gli 80 chilometri, alcuni droni e materiale assolutamente difensivo, solo perché la Russia non avanzi prendendo più territorio. La guerra degli Stati Uniti contro la Russia è commerciale; è per spezzarla e per farle pressione militare con la NATO. La Finlandia ha recentemente aderito alla NATO, aggiungendo ad essa 1300 chilometri in più di confine con la Russia.
La posizione marxista di fronte alla guerra: una politica di classe e in difesa della nazione oppressa
L’Ucraina è già divisa, è occupata dalla Russia nel Donbass e in Crimea, e le si sta imponendo il “patto di pace” che era già stato firmato negli accordi di Minsk e che ora viene mantenuto con le armi.
Settori della sinistra mondiale sostengono che è stato liquidato il carattere di “lotta nazionale”, è che si tratta di una guerra di due bande reazionarie. Cancellano così ogni linea di classe nella guerra, nascondendo la classe operaia ucraina e la base dei soldati russi, operai costretti ad andare in una guerra fratricida, sono quelli che sono in trincea e mettono i morti, mentre i grandi oligarchi e tutta la borghesia continuano a fare affari favolosi, lontani dai fronti di battaglia.
Cercano anche di cancellare la questione nazionale ucraina. Ma l’Ucraina è una nazione oppressa, soggiogata con doppie e triple catene da un’oligarchia nativa semi-fascista, agente sia di Mosca, con la quale ha avuto e ha enormi affari, sia del FMI. Oggi le baionette di Putin hanno occupato la nazione ucraina. La sta strozzando, facendo però attenzione a non attaccare le grandi industrie, i porti, le miniere e le terre che sono sotto il controllo imperialista.
Nascondono che la guerra in Ucraina è per la spartizione, il saccheggio, la rapina, il massacro e la distruzione che Putin impone oggi a quella nazione, per aprire la strada domani a una colonizzazione aperta da parte dell’imperialismo. Siamo di fronte a una nazione ricca di ricchezze e con una posizione strategica per il transito delle merci in tutta Europa. Una nazione soggiogata per secoli, dagli zar, da Hitler, da Mosca…
Come abbiamo detto nel nostro lavoro, Ucraina in guerra: “Qualsiasi politica di fronte a questa guerra che non parta dalla lotta per conquistare la liberazione nazionale dell’Ucraina, schiacciando l’invasione russa e rompendo con l’imperialismo, sotto la direzione della classe operaia ucraina alleata dei lavoratori d’Europa, non è una politica marxista, ma di lacchè dell’imperialismo e del saccheggio da parte dell’oligarchia di Mosca”.
Bisogna fermare ora il massacro contro la classe operaia ucraina!
Per una direzione proletaria della guerra!
Mentre le bombe di Putin cadono sulle teste dei lavoratori e delle masse popolari impoverite, mentre dissangua la nazione e la porta alla rovina, Zelensky nelle retrovie scippa le pensioni, non paga i salari, aumenta la giornata lavorativa, impone una brutale flessibilità del lavoro, e non garantisce nemmeno che gli operai al fronte di battaglia possano avere stivali, binocoli, nemmeno carta igienica. Nel frattempo, l’Ucraina continua a indebitarsi e in piena guerra paga 7,5 miliardi di dollari al FMI. Così non possiamo schiacciare l’invasore e vincere la guerra!
In questa guerra gli sfruttati non possono continuare a dare la vita per gli sfruttatori e i carnefici e per continuare a vivere sprofondati nella fame e nella miseria. Un programma di riforma sociale, di attacco agli affari dei capitalisti e dell’imperialismo è necessario per vincere la guerra:
tutte le risorse, ogni dollaro ucraino, ogni fabbrica, ogni chicco di grano devono essere al servizio delle masse popolari e dei lavoratori per mangiare e avere le migliori attrezzature e i migliori armamenti per vincere la guerra!
È urgente e indispensabile che la classe operaia prenda la direzione di questa guerra per sconfiggere l’invasore!
Per comitati di operai e soldati comuni in ogni quartiere, città, regione e a livello nazionale! Gli operai, le masse popolari impoverite e i soldati semplici devono prendere il controllo dell’armamento di tutte le caserme dell’Ucraina nelle proprie mani, mettendo sotto controllo e subordinando tutti gli ufficiali, sempre pronti a negoziare con Mosca e l’imperialismo.
Fuori il FMI dall’Ucraina! Non un solo dollaro per pagare il debito estero fraudolento! Fuori Cargill e Monsanto, e tutti gli espropriatori del popolo! Espropriazione senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori delle banche e delle grandi proprietà degli oligarchi milionari e dell’imperialismo!
I lavoratori del Donbass occupato da Mosca non ricevono nemmeno i loro salari, come abbiamo visto di recente nello sciopero di Zaporiya. Solo unendo le forze dei lavoratori di Kiev e del Donbass possiamo espropriare e recuperare sotto il controllo operaio tutte le miniere privatizzate dai governi lacchè dell’imperialismo a Kiev, e anche da Putin, per mettere tutte le miniere, tutti i profitti in modo che tutti i lavoratori e le loro famiglie, dal Donbass a Kiev, possano mangiare e vivere in pace.
Anche in Russia sono gli sfruttati a pagare i costi della guerra con un alto costo della vita, disoccupazione e lavoratori che non ricevono il loro salario. Mentre migliaia di figli della classe operaia sono perseguitati, torturati e imprigionati per aver eluso il reclutamento forzato e per denunciarlo, e altre migliaia sono trascinati al fronte per morire in una guerra fratricida. Ecco perché i soldati russi, gli operai e i contadini poveri sotto le armi devono disertare e continuare a combattere a fianco dei loro fratelli ucraini. Nessun popolo che opprime un altro può liberarsi.
L’unità della classe operaia di Pietrogrado e Odessa, con la rivoluzione operaia trionfante, ha realizzato all’inizio del XX secolo le rivendicazioni più sentite degli sfruttati, del pane e di una vita dignitosa. Ecco perché oggi più che mai, di fronte all’offensiva dell’imperialismo nella regione per ricolonizzarla, dobbiamo lottare per la restaurazione della dittatura del proletariato, quella della classe operaia, sotto forme rivoluzionarie, senza burocrati venduti come quelli che hanno trasformato l’URSS in una prigione di nazioni e consegnato all’imperialismo la ricchezza del popolo e le sue enormi conquiste.
Per un’Ucraina unita, sovietica e indipendente! Torni l’URSS!
Solo un’Armata Rossa di operai e contadini può sconfiggere, come fece nel 1917, gli eserciti imperialisti, le truppe bianche controrivoluzionarie di Putin e la NATO. Ma questo è un compito della classe operaia mondiale.
La cinica sinistra social-imperialista e amica di Putin dice al martirizzato popolo ucraino che, mentre schiva le bombe che ogni giorno uccidono le sue famiglie e distruggono le sue città, mentre libera gli operai del Donbass che sono sotto lo stivale di Putin, e combatte nel fronte di battaglia per fraternizzare e unirsi ai soldati russi, deve nel contempo sconfiggere Putin, Zelensky… e deve anche allo stesso tempo sconfiggere la NATO in Inghilterra, Germania, Francia, Stati Uniti. Social-imperialisti, canaglie!
La NATO si sconfigge estendendo e generalizzando la Comune in tutta la Francia e in Europa, sollevando gli operai contro la Maastricht imperialista, per mettere in piedi gli Stati Uniti Socialisti d’Europa!
La NATO si sconfigge con gli operai e i giovani che riconquistano le strade degli USA, facendo tremare i pirati imperialisti yankee!
Sotto gli stivali di Putin o sotto gli stivali degli USA e dell’UE, l’Ucraina sarà divisa e una colonia sotto tutela. Solo la rivoluzione socialista sarà in grado di impedire questo destino spietato.
Per un’Ucraina unita, sovietica e indipendente! Che torni l’URSS degli operai e dei contadini, senza burocrati né liquidatori!
Eliza Funes e Nadia Briante