Tra il fallimento del “socialismo” in un solo Paese, la restaurazione capitalista e la coesistenza pacifica del PC cubano con l’imperialismo e i regimi capitalisti in America Latina
Cuba – 13 luglio 2021
Hanno detto che il socialismo non funzionava più, nemmeno a Cuba. Ciò hanno dichiarato i dirigenti del PC cubano prima dell’ondata rivoluzionaria di lotte in America Latina, mentre ricevevano Obama con tutti gli onori sull’isola e riallacciavano le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti con la promessa di buoni affari.
Hanno sbarrato la strada alla rivoluzione socialista in tutta l’America Latina. Sono complici di questa truffa della cosiddetta “rivoluzione bolivariana”.
Hanno sostenuto il bandito Biden per deviare l’ascesa combattiva della classe operaia nordamericana. Cosa che avevano già fatto ieri con Obama contro “la destra” per ottenere la revoca dell’embargo. Un disastro.
Con il PC cubano hanno ristabilito il diritto all’eredità e alla proprietà privata.
Si sono associati alle multinazionali imperialiste nel business degli alberghi e del nichel. Alle Bahamas e a Barcellona hanno nascosto milioni di dollari.
Guadagnano dai 300 ai 5.000 dollari come funzionari pubblici sull’isola mentre i lavoratori non superano i 60 dollari al mese senza il diritto di creare sindacati indipendenti.
Vivono come borghesi nei quartieri privati.
Hanno costruito una zona franca a Puerto Mariel per le fabbriche sfruttatrici di proprietà delle multinazionali.
Hanno venduto – con succulente commissioni – il piano sanitario e i medici cubani alle borghesie dell’America Latina.
Nell’ALBA (la c.d. Alleanza bolivariana per le Americhe, ndtrad) hanno fatto lucrosi affari di contrabbando e hanno fatto fuggire i loro dollari a Miami con i truffatori della boliborghesia venezuelana.
Hanno svenduto le conquiste della rivoluzione cubana una a una.
Dei due o tre Vietnam non sono rimasti che murales.
Come gli uomini d’affari rossi del PC cinese, sono diventati, dalle viscere stesse del PC cubano, una nuova classe possidente.
Il sinistro embargo yankee sull’isola non viene pagato dagli uomini d’affari e dai nuovi ricchi del Partito Comunista. Lo pagano le masse con la fame, la miseria e la disuguaglianza!
E ora, questi nuovi possidenti, si disperano per una sollevazione per il pane, una rivolta contro la fame. In nome del comunismo chiamano a schiacciarla. Che misero cinismo quello dei nuovi ricchi.
Quanto più i traditori della rivoluzione usurpano le bandiere del socialismo, tanto più le masse si allontaneranno dal socialismo, senza conquiste da difendere.
Per difendere il socialismo è necessario espellere da esso coloro che lo sporcano e lo macchiano come agenti del capitalismo.
I dirigenti del PC cubano non difendono il comunismo, difendono solo i loro affari e i loro privilegi.
Una nuova rivoluzione socialista è necessaria a Cuba… prima che sia troppo tardi.
Dovranno essere espropriate tutte le proprietà, i conti e le società dei nuovi imprenditori rossi cubani. Sarà necessario espropriare l’imperialismo e le sue multinazionali di hotel di lusso, nichel e petrolio. Rinazionalizzare il commercio estero e vietare nuovamente il diritto ereditario con cui i figli dell’ex burocrazia stalinista rubano i beni della classe operaia.
Questa è la strada che si imporrà solo se trionfa la rivoluzione socialista, se sorgono nuove Cuba rivoluzionarie in America Latina e si conquistano gli Stati Uniti Socialisti del Nord America. Tutto il resto è una fraseologia a buon mercato per difendere i loro affari milionari, i loro negozi di lusso e far morire di fame le masse. Sono i lavoratori cubani che patiscono il miserabile blocco yankee. Voi, castristi traditori, uomini d’affari e funzionari del PC, vi sta andando molto bene con l’embargo!
Che la fame, le bugie e la restaurazione capitalista a Cuba finiscano.
La restaurazione capitalista che hanno imposto dal PC è quella che crea una base social-imperialista a Cuba… e ha dato origine, in primo luogo, a un Partito Comunista di nuovi imprenditori milionari.
Largo ai lavoratori cubani e ai comitati di soldati e miliziani di base. Per sindacati indipendenti! Per difendere gli operai dai nuovi ricchi, dalle multinazionali e dai funzionari corrotti e parassiti del PC!
Libertà ai prigionieri politici. Tribunali operai e popolari per giudicare e punire coloro che hanno svenduto le conquiste della rivoluzione.
Cuba sarà il bastione della rivoluzione socialista nel continente americano o, nelle mani dei traditori stalinisti, sarà una nuova Haiti.
Togliere l’embargo? Il modo per raggiungere questo obiettivo è l’alleanza con i lavoratori e le masse popolari nere degli Stati Uniti e non con i loro carnefici del Partito Democratico dei pirati yankee.
Stati Uniti Socialisti del Nord, Centro e Sud America!
Rivoluzione socialista o caricatura della rivoluzione
Perché la rivoluzione cubana viva, il Partito comunista degli uomini d’affari rossi deve cadere.
Per una Cuba rivoluzionaria dei consigli operai armati, senza capitalisti né generali milionari.
Viva la democrazia operaia.
Comitato di redazione dell’Organizzatore Operaio Internazionale
(traduzione di Giovanni “Ivan” Alberotanza dall’originale spagnolo)