Mentre circonda la Russia, la NATO lascia cinicamente a Putin il “lavoro sporco” di massacrare le masse e portare a termine la riduzione in schiavitù di quella nazione. Dopo andranno a prendersi tutto.
Fermare il massacro e sconfiggere l’invasione russa e le truppe assassine della NATO!
Sciopero Generale Rivoluzionario in tutta Europa!
nostra traduzione di questa dichiarazione della FLTI
Né Biden né la NATO hanno fermato questa invasione e non lo faranno. Non sono disposti ad andare oggi a uno scontro militare diretto con Putin. La loro strategia è logorarlo e accerchiare politicamente ed economicamente la “grande” Russia. L’imperialismo sa che le armi che ha Putin e il suo potente esercito non sono lì per affrontare la NATO, ma per schiacciare i processi rivoluzionari delle masse e le ribellioni nazionali dei popoli oppressi.
Putin è il guardiano degli affari dei capitalisti e dell’imperialismo in Eurasia. Difende la possibilità di giocare quel ruolo anche in Ucraina. Da qui la sua devastante offensiva in quella nazione già divisa e oppressa dall’imperialismo e dalla stessa “grande” Russia.
La Russia ha dimostrato il suo ruolo di gendarme controrivoluzionario in Kazakistan, in Bielorussia, nel Caucaso, prima in Georgia e dal 2015 in Donbass, massacrando il meglio della classe operaia in rivolta in quelle ex repubbliche sovietiche, allo stesso modo in cui anche i fascisti di Kiev lo hanno fatto sotto il comando yankee. Tutti hanno agito sotto l’egida del Patto di Minsk, di quello di Maastricht, della NATO e di Putin.
Ormai da anni, la Russia ha concordato con la Turchia e la NATO di schiacciare in combutta con il fascista Al Assad le masse rivoluzionarie della Siria. In un patto con Erdogan, Putin ha ceduto l’Armenia e ha garantito che la British Petroleum può rubare tutto il petrolio dall’Azerbaigian e dal Caucaso.
La politica imperialista consiste nell’usare questo ruolo controrivoluzionario di Putin e, mentre lo fa, cerca di tenere la Russia nell’angolo dei suoi confini con l’Europa. L’Ucraina è una battaglia che oggi, e per ora, l’imperialismo non è disposto a combattere militarmente fino alla fine. Corre il rischio di indebolire all’estremo Putin, il suo gendarme controrivoluzionario in Eurasia, e rischia anche di indebolirsi, dal momento che le potenze imperialiste e gli USA in particolare non hanno un sostegno di massa nei loro Paesi per intraprendere nuove avventure militari, dopo il ritiro dall’Iraq e dall’Afghanistan.
In ciò che i pirati di Wall Street hanno fatto progressi decisivi è mettere l’Europa di Maastricht e i Paesi dell’ex-Patto di Varsavia sotto il comando della NATO, cioè sotto la direzione politica, militare ed economica dell’imperialismo anglo-yankee con la scusa di “combattere contro la Russia”. Biden ha così diviso il mercato europeo che era controllato dall’asse franco-tedesco e ha rotto la loro zona di influenza e spazio vitale in tutta Europa e nell’Est e verso i confini con la Russia in particolare. Da questo punto di vista, questo è stato anche un duro colpo per il business del gas, non solo della Germania, ma fondamentalmente della Russia.
Gli Stati Uniti lo hanno fatto nel modo in cui le potenze imperialiste si contendono le zone di influenza: mettendo le armi, le baionette, la NATO e il loro ruolo di trionfatori nella seconda guerra mondiale sul tavolo della Maastricht imperialista.
In conseguenza di ciò, il gasdotto Nord Stream 2 è stato paralizzato, che era un super business della Germania, fornito dalla Russia, per controllare l’energia di tutta l’Europa. L’imperialismo anglo-yankee ha fatto lo stesso con la sua flotta del Pacifico: l’Inghilterra si è occupata di costruire 14 sottomarini a propulsione nucleare per l’Australia, rubandoli di fatto alla Francia imperialista e facendole perdere più di venti miliardi di dollari.
L’imperialismo yankee è stato attraversato nel XXI secolo già da tre gravi crisi (quella del 1997-2001, quella del 2008 e l’ultimo crollo del mercato azionario del 2019-2020) che hanno fatto esplodere l’economia mondiale e che gli USA cercano di far pagare al mondo intero.
L’Europa di Maastricht ha chiuso il mercato europeo, pur mantenendo aperta la disputa sulle zone di influenza nel mondo semicoloniale. La grande Germania insieme alla Francia hanno conquistato negli ultimi due decenni uno spazio vitale e una divisione del lavoro dalla Russia al Portogallo. Maastricht ha quindi agito in maniera difensiva di fronte alle successive crisi che hanno colpito l’imperialismo yankee e che questo ha scaricato sul mondo e sulla stessa Europa.
La politica degli USA in Europa è di accerchiare la Russia e finire di colonizzare e controllare direttamente le ex repubbliche sovietiche dell’est europeo che sono diventate indipendenti dalla Federazione Russa nell’89. Questo è ciò che hanno già fatto in tutte le nazioni europee dell’ex-Patto di Varsavia, che sono state trasformate nel “cortile di casa” della Maastricht imperialista o meglio, sono sotto la tutela politica, economica e militare della NATO, sotto il comando anglo-yankee. Ora l’imperialismo sta cercando di avanzare su Georgia, Bielorussia e Ucraina – che sono già vere e proprie semicolonie con la loro economia totalmente controllata da multinazionali e banchieri imperialisti – per convertirle in colonie sotto il diretto comando della NATO, come già succede con Lettonia, Estonia e Lituania.
L’Ucraina oggi è la battaglia di una guerra per la completa colonizzazione delle ex repubbliche sovietiche che gli USA devono guidare per avanzare anche, in futuro, verso la sottomissione della “grande” Russia. Questa guerra offensiva dell’imperialismo anglo-yankee, per bloccare la Russia all’interno dei suoi confini e per rompere gli equilibri politici, economici e militari dell’Europa, è una battaglia strategica delle bande imperialiste di Wall Street per far pagare il crollo dell’economia mondiale alla classe operaia, alle masse popolari oppresse del mondo e ai loro concorrenti.
Ma la battaglia di oggi per schiacciare la classe operaia e finire di distruggere la nazione ucraina, in queste condizioni, è stata lasciata nelle mani del suo carnefice, Putin, con il quale sarà nuovamente negoziato un nuovo patto e accordo, mentre l’imperialismo continua a circondarlo economicamente e politicamente. Nel frattempo, i morti vengono messi dalla classe operaia e dalle masse sfruttate dell’Ucraina.
Tutte le contraddizioni della politica e dell’economia mondiale si sono concentrate in Ucraina
In queste settimane abbiamo visto Germania e Francia supplicare per una via d’uscita “pacifica” e “diplomatica” dalla crisi, ma si sono scontrate con la posizione irriducibile della NATO per costringerle a rompere con la Russia.
L’asse franco-tedesco cercava e sta cercando affannosamente di mantenere lo status quo e negoziare con Putin -anche se Kiev fosse presa- un nuovo Patto Minsk 2 che ricomponga la divisione del lavoro europea.
Dopo aver perso il Nord Stream 2, la Germania è riluttante a promuovere misure economiche e militari superiori contro la Russia. Da grande potenza, ha rifiutato all’Ucraina di entrare nell’Unione Europea, una questione che sarebbe un durissimo colpo per Mosca. Per giorni è stata addirittura contraria alla rimozione della Russia dal sistema SWIFT dei collegamenti bancari internazionali, poiché ciò avrebbe messo a rischio la copertura dei crediti milionari che la Germania ha concesso a Putin. Di fronte a ciò, gli Stati Uniti hanno inviato i presidenti di Lettonia e Polonia a installarsi a Francoforte per esigere che questa misura fosse applicata immediatamente. Dopo aver rifiutato categoricamente di farlo, ora sembra che l’imperialismo tedesco lo stia accettando.
Ciò significa che gli USA avanzano nel loro insediamento in Europa attraverso la NATO e le “battaglie” del loro “amico-nemico” Putin. Ad ogni passo le tensioni interimperialistiche esplodono sotto il comando degli Stati Uniti e la Germania viene coinvolta con riluttanza in questa offensiva della NATO.
Con Biden, l’establishment di Wall Street sta ottenendo ciò che Trump non ha potuto fare con la sua guerra commerciale per aumentare le tariffe sui prodotti di Maastricht che entrano negli USA. È che la guerra commerciale, senza essere sorretta dalle baionette, resta solo come fumo che viene dissipato dal vento.
Putin ha visto questa offensiva imperialista della NATO e, allo stesso tempo, queste contraddizioni interimperialistiche, e sostenuto da ampi strati delle classi medie della “grande” Russia, e da una feroce repressione e schiacciamento delle masse, (che per ora gli lascia le mani libere per guerreggiare a livello internazionale), ha mobilitato 150.000 uomini al confine, ha invaso il Kazakistan per schiacciare i lavoratori in rivolta, ha occupato la Bielorussia e ha preparato il suo contrattacco in Ucraina. Nessuna classe o settore di classe si arrende senza combattere, tanto meno se ha alle spalle 13.000 testate nucleari e uno degli eserciti più potenti del mondo, ereditato dall’ex URSS. Ed è così, nonostante la “grande” Russia dipenda dalle esportazioni di grano, gas, petrolio e minerali per commerciare come uno dei principali fornitori di materie prime e commodities in Europa in particolare e nell’intero mercato mondiale. Allo stesso modo, anche la Russia ha decisamente bisogno dell’economia mondiale controllata dall’imperialismo per importare macchinari, macchine utensili e persino tecnologia per il suo apparato militare.
Contrariamente a quanto affermava la stampa borghese secondo cui saremmo di fronte a “giochi di guerra” e nonostante la sinistra riformista mondiale sostenga che ci sia uno “scontro tra Nato e Russia”, ciò che è in corso è la battaglia per l’Ucraina, che per Putin significa la sua sopravvivenza come gendarme degli affari dei capitalisti e dell’imperialismo nelle repubbliche europee dell’ex URSS, mentre per gli USA e la NATO, l’Ucraina è una pedina in più sul loro tabellone offensivo contro la Russia e il mercato europeo.
Putin oggi è alle porte di Kiev. Esige che la casta degli ufficiali dell’esercito ucraino prenda il governo lì… Cioè, che un addetto militare filo-russo gli permetta di aprire un nuovo negoziato con l’imperialismo sul suo ruolo nelle repubbliche occidentali dell’ex URSS.
La Russia è rimasta invischiata in questa offensiva imperialista e ha attaccato. E così facendo, sta facendo il “lavoro sporco” dell’imperialismo nel provocare un’enorme sconfitta nazionale per l’Ucraina e massacrare la sua classe operaia. Se la Russia prenderà l’Ucraina, la lascerà colonizzata con catene doppie e triple, e mille volte più soggetta all’imperialismo quando esso avrà le condizioni per appropriarsene con uno colpo di mano. Vale a dire, gli USA lasciano che Putin attacchi l’Ucraina e quando le condizioni lo permetteranno, entreranno per insediarsi in una colonia già oppressa e schiacciata. Nel frattempo, annunciano che Svezia e Finlandia si uniranno alla NATO e manterranno la Russia in uno stato di guerra permanente per indebolire il suo fronte interno, logorarla economicamente e sottometterla a una guerra di occupazione in cui potrebbe soffrire pesanti perdite.
In questa crudele invasione, sono i lavoratori e le masse popolari impoverite dell’Ucraina colonizzata che versano il loro sangue nelle controversie sulle zone di influenza delle potenze imperialiste di Maastricht e degli USA, e nelle “battaglie” di Putin per difendere il suo diritto di opprimere tutte le nazioni dell’ex URSS che lo circondano.
Per fermare il massacro, espellere le truppe russe dall’Ucraina, fermare la macchina da guerra controrivoluzionaria di Putin e sconfiggere la NATO:
Sciopero Generale Rivoluzionario in tutta Europa!
I codardi generali fascisti di Kiev e il loro governo, sottomesso agli ufficiali della NATO, hanno già iniziato a fare accordi con Mosca e sono pronti ad arrendersi. Sono le masse con una dura resistenza che stanno davvero combattendo le truppe di invasione.
Da un lato, il presidente Zelensky ha già avviato un negoziato con la Russia, mentre i soldati di base combattono duramente. Migliaia di lavoratori e contadini poveri si arruolano per resistere.
La tragedia in cui si trascina la classe operaia ucraina è la guerra fratricida imposta da Kiev e dalle centurie nere di Putin nel Donbass, per dividere e strangolare il proletariato ucraino che in maniera unitaria era insorto e aveva rovesciato il governo filo-Putin e filo-FMI di Yanukovich nel 2014. È andata molto male per tutto il proletariato ucraino, dell’Est e dell’Ovest, lasciando più di 14.000 morti in questo scontro fratricida.
Bisogna recuperare l’unità della classe operaia ucraina!
Per un governo rivoluzionario provvisorio dei comitati operai della resistenza, dei sindacati, dei contadini poveri e dei soldati comuni
Gli operai, le masse popolari impoverite e i soldati comuni devono prendere nelle loro mani il controllo degli armamenti di tutte le caserme in Ucraina, destituendo tutti gli ufficiali, sempre pronti a negoziare e scendere a patti con Mosca e l’imperialismo.
La resistenza ucraina si sta mettendo in piedi e con una milizia operaia può già essere centralizzata con comitati di quartiere, città, regione e a livello nazionale.
ESPROPRIO SENZA INDENNIZZO E SOTTO CONTROLLO DEI LAVORATORI DELLE BANCHE E DELLE GRANDI PROPRIETÀ DEGLI OLIGARCHI MULTIMILIONARI UCRAINI che per decenni hanno schiavizzato la classe operaia, per porre tutte le risorse della nazione per procurarsi armi e sfamare le masse popolari!
La richiesta di “armi per l’Ucraina”, come appello alla classe operaia mondiale e alle sue organizzazioni, è il compito del momento.
La sconfitta delle truppe d’invasione per mano delle masse sfruttate sarà ottenuta dalla guerra civile nelle città e non dai generali marionette della NATO.
Gli operai europei e di tutto il mondo devono imbarcare solo le armi che vanno direttamente alla resistenza ucraina e non i rifornimenti militari che vanno alle truppe controrivoluzionarie della Nato o a quelle di Putin.
Gli operai di Kiev devono chiamara i loro fratelli di classe del Donbass a rompere con le forze fasciste delle centurie nere di Putin che hanno chiuso le loro miniere e li hanno fatti morire di fame, come sta accadendo a tutti i lavoratori dell’Ucraina che oggi vedono emigrare a milioni i loro figli verso l’Europa di Maastricht per mancanza di pane e lavoro, mentre guadagnano duecento miseri euro, il salario più basso di tutta Europa.
L’assasino e codardo Putin afferma di invadere l’Ucraina per “farla finita con i neonazisti di Kiev”, quando il suo governo nel Donbass è come o più fascista di quello dell’attore comico e delle bande paramilitari che governano il resto dell’Ucraina.
Il governo di Putin non è meno controrivoluzionario, poiché è un vero Franco delle steppe russe e ha imposto una feroce dittatura. Le sue truppe controrivoluzionarie hanno massacrato l’intera popolazione maschile di età superiore ai 14 anni in Cecenia; hanno bombardato intere città in Siria; sono entrate per uccidere, reprimere e torturare con ferro rovente i lavoratori petroliferi del Kazakistan; reprimono e trattengono nelle loro carceri decine e decine di migliaia di lavoratori russi e li imprigionano quando più di due lavoratori si uniscono per fare una rivendicazione… Gli oligarchi di Mosca sono una classe borghese uscita dal flagello stalinista che si è impadronì delle imprese dell’ex URSS, schiacciando a sangue e fuoco la classe operaia. La borghesia vuole nascondere che l’assassino Putin è un esponente della restaurazione capitalista dell’URSS, che tutti hanno applaudito, e un’escrescenza della politica mondiale dell’imperialismo.
La via maestra per vincere la guerra e la resistenza che si aprirà nell’Ucraina occupata sarà quello di fraternizzare e chiamare a disertare i soldati comuni della Russia che sono lavoratori e contadini poveri sotto le armi, per unirsi a loro nel chiamare alla sollevazione la classe operaia russa e i lavoratori e le masse popolari oppresse di tutte le ex repubbliche sovietiche, a combattere al fianco dei loro fratelli di classe di Georgia, Kazakistan, Bielorussia e a rompere con la NATO in Lettonia, Lituania ed Estonia.
Questa sarà la via per tornare a instaurare la dittatura del proletariato nell’ex URSS come nel 1917, quando si prese il potere sotto la direzione rivoluzionaria dei bolscevichi e della Terza Internazionale. Essi, sostenuti dal proletariato europeo, riuscirono a rompere l’assedio e a sconfiggere l’invasione di 14 eserciti imperialisti nell’URSS.
In questa guerra di colonizzazione e oppressione in Ucraina muoiono solo i lavoratori… Non possono continuare a versare il loro sangue per i loro sfruttatori e carnefici e continuare a vivere con la fame, la miseria e la migrazione dei loro figli.
Come sosteneva il trotskismo nella guerra civile spagnola, è necessario un programma di riforma sociale, di attacco agli affari dei capitalisti e all’imperialismo per vincere la guerra.
Dobbiamo aprire i fronti!
In Russia i lavoratori e le masse popolari sono già scesi in strada, a Mosca come a San Pietroburgo, per fermare la macchina da guerra assassina di Putin.
A Tbilisi, in Georgia, è iniziata la sollevazione contro la guerra.
I lavoratori petroliferi e l’intera classe operaia del Kazakistan hanno nelle loro mani la possibilità di entrare in lotta per le loro rivendicazioni contro le compagnie petrolifere imperialiste e il loro gendarme Putin. Questo è il momento. Così lo annunciano i lavoratori di quel Paese nelle assemblee di stabilimento e nei pozzi petroliferi.
La Russia ha invaso la Bielorussia per sostenere la dittatura di Lukashenko, accerchiata e circondata dallo sciopero generale della classe operaia. Ha preso quel Paese per soffocare la lotta dei lavoratori e da lì entrare in Ucraina con le sue truppe. Bisogna tornare a conquistare le strade in Bielorussia! Fuori Lukashenko! Fuori Putin!
L’Europa di Maastricht ha lanciato un feroce attacco contro la classe operaia. Si sono approfonditi i licenziamenti, il crollo dei salari e tutte le conquiste dei lavoratori. La famigerata monarchia borbonica ha schiacciato la Catalogna e il popolo basco e come ha fatto nello sciopero dei metalmeccanici di Cadice minaccia di attaccare violentemente ogni azione operaia decisiva.
I lavoratori delle potenze imperialiste e dell’est europeo devono guardarsi nello specchio della classe operaia ucraina, che riceve i salari peggiori d’Europa e ha il maggior numero di migranti del continente.
Il proletariato della Maastricht imperialista, le sue centrali sindacali e organizzazioni operaie devono chiamare a coordinare la lotta e l’azione con gli operai dei Paesi dell’ex-Patto di Varsavia.
La rivendicazione di “uguale lavoro, uguale salario” da parte dei sindacati e delle organizzazioni operaie dell’europa di Maastricht può sollevarsi e portare all’unità con tutti i lavoratori dell’est europeo.
L’Ucraina, come la Siria, viene martirizzata da Putin e delle forze borghesi controrivoluzionarie fasciste. In Ucraina e Siria ci sono state rivoluzioni e controrivoluzioni gemelle, dove con le trappole di patti controrivoluzionari come quello di Minsk e quelli di Ginevra e Astana, sono state disarmate le masse, sono state divise e si sono imposti il massacro, il genocidio e la spartizione di quelle nazioni.
La fiamma della resistenza siriana continua ancora ad ardere e merita di essere parte della stessa resistenza delle masse in Ucraina.
La lotta contro le compagnie petrolifere imperialiste come British Petroleum, Exxon e Total, che saccheggiano le ex repubbliche sovietiche e tutta l’Eurasia, è la stessa che solleva le masse martirizzate del Maghreb e del Medio Oriente.
Sono gli stati maggiori traditori delle organizzazioni operaie, legati alle bande imperialiste, che impediscono l’irruzione della classe operaia europea e internazionale per fermare la guerra.
È tempo di una grande azione internazionalista della classe operaia europea e degli USA!
Lo impedisce solo il carattere servile delle sue direzioni nei confronti della borghesia
Ciò che impedisce una grande azione della classe operaia di tutta Europa, l’apertura dei fronti in Russia e nei Paesi europei dell’ex-Patto di Varsavia e che il proletariato nordamericano ritorni ad affrontare i pirati di Wall Street e della NATO, come hanno fatto contro Trump, sono le direzioni social-imperialiste, le burocrazie dei sindacati e lo stalinismo.
L’irruzione della classe operaia europea è una questione di vita o di morte in primo luogo per la classe operaia ucraina. Sempre più la sinistra riformista, i sindacati e le organizzazioni operaie del mondo che sono sotto la guida dello stalinismo e del castrismo che hanno svenduto la rivoluzione cubana, appoggiano Putin, la sua invasione e massacro in Ucraina, e sempre più spingono le masse ucraine tra le braci ardenti della Maastricht imperialista e della NATO.
L'”arretratezza politica” della classe operaia ucraina non è altro che il tradimento infido delle direzioni controrivoluzionarie che sostengono Putin o nutrono illusioni sulle “bontà democratiche” dell’Unione Europea e di Biden.
Questi sono i due capi della stessa corda che strangola la classe operaia ucraina. L’unica cosa che può mettervi fine è l’irruzione decisiva nelle strade del proletariato europeo, russo e internazionale, che paralizzi la macchina da guerra di Putin e chiami combattere apertamente contro la Nato e Maastricht.
La maggioranza delle correnti della sinistra riformista oggi appoggiano l’assassino Putin nella sua invasione dell’Ucraina. Dal 2015 al 2017, lo stalinismo, sostenuto dai rinnegati del trotskismo, ha inviato brigate controrivoluzionarie come quinta colonna per uccidere i più agguerriti e combattivi della classe operaia di Lugansk e Donetsk e i dirigenti delle milizie il cui programma di lotta era: unire i lavoratori del Donbass e di Kiev, rifiutandosi di rispettare il Patto di Minsk per la spartizione della nazione; e il ritorno dei milioni di lavoratori migranti trattati come schiavi nell’europa imperialista.
Queste stesse correnti riformiste oggi continuano a sostenere il fascista Al Assad e si travestono sfacciatamente da “anti-NATO” quando sono loro che hanno fatto appello negli USA a votare per Biden “contro Trump”. MISERABILI.
Queste direzioni sono quelle che dividono la classe operaia degli USA, dell’Europa e a livello internazionale, legando il loro destino a quello dei loro carnefici.
Anche un’intera ala di ex-trotskisti che sostiene questa politica è diventata un anello di questa catena che soffoca qualsiasi intervento indipendente della classe operaia internazionale nella guerra.
Allo stesso modo, le correnti pro-socialdemocratiche e social-imperialiste impediscono un’irruzione unificata della classe operaia europea. Essi, come Melechon, Varoufakis, i “socialisti” della Regina d’Inghilterra, sottomessi al Partito Laburista, ecc., hanno creato illusioni nelle grandi masse che sia possibile “democratizzare Maastricht” e “costruire una Maastricht sociale”, quando questa, come si vede oggi, è sottomessa e subordinata alle baionette controrivoluzionarie della NATO, vigilate dal Pentagono.
Altre correnti – come ogni riformista che si perde quando comincia la guerra e che in essa non distingue gli interessi della classe operaia – sostengono che la via d’uscita sarebbe data dalla conquista di una “Ucraina unificata, libera dall’oppressione russa e fuori dalla NATO e dall’Unione Europea”, come se ciò fosse possibile senza che la classe operaia prenda la direzione politica e militare della guerra e intervenga insieme al proletariato europeo mettendo all’angolo le potenze imperialiste. In mezzo a un Paese in guerra e occupato, questa è una politica socialdemocratica con 40 gradi di febbre.
In quest’epoca in cui nessuna nuova nazione potrà emergere in un’economia e una politica mondiale totalmente controllate dall’imperialismo, non ci sarà indipendenza nazionale dell’Ucraina senza il trionfo di una rivoluzione operaia e sovietica, cioè senza che la classe operaia diriga tutte le classi oppresse e sfruttate della nazione nella guerra nazionale contro le truppe occupanti e l’imperialismo, una guerra che si vincerà solo con gli sfruttati che prenderanno il potere.
Per questo attira l’attenzione la posizione e il programma sostenuti da una corrente argentina, il PTS, pienamente integrato nel parlamentarismo borghese. Hanno scritto un libro di 600 pagine cercando di collegare grossolanamente il manuale di Clausewitz sulla questione militare e la tecnica della guerra con la lotta politica del marxismo. Sono entrati in polemica sulla politica di “guerra di manovra” e “guerra di posizione” che si sviluppò nella Terza Internazionale dopo la sconfitta della rivoluzione tedesca. Il PTS, corrente pacifista, nemica dell’intervento in qualsiasi guerra civile, ha così cercato di brillare come “specialista militare”, quando ogni giorno della sua militanza fa di tutto per conquistare un nuovo parlamentare nel Congresso borghese dell’Argentina.
La prova è in vista: la “politica militare” che propongono nelle loro diverse dichiarazioni per vincere la guerra e porre fine all’oppressione russa, è una “mobilitazione”… Quale mobilitazione? Ci sono molte forme di mobilitazioni, fermate, marce, scioperi, picchetti, milizie, boicottaggi della macchina da guerra, invio di brigate internazionali a combattere, insurrezioni… Sappiamo tutti che il PTS si riferisce a mobilitazioni pacifiche. Inoltre, temono, a causa della loro sottomissione al regime borghese, di sostenere un programma militare minimo affinché il proletariato ucraino si liberi dall’invasione russa e dall’accerchiamento della NATO. Facendo un “piccolo salto” a sinistra, sostengono che bisogna affrontare gli “oligarchi ucraini” (sic). Come? Silenzio. Che sì, tutto questo nella “prospettiva”, non si sa in quanti anni, della “conquista del socialismo”.
Quando arrivano la guerra, il crac e la rivoluzione, la polvere si dissipa e si vede con totale nitidezza il carattere riformista e revisionista di quelli che hanno liquidato ogni continuità e vestigia della Quarta Internazionale e del programma militare del proletariato.
Da parte loro, gli autoproclamati “anticapitalisti” in Europa, fanno appello affinché “l’ONU intervenga” per mediare nella guerra. Questa gente non ha più alcun pudore di essere servi dell’imperialismo. Propongono a quel covo di banditi, dove Russia e USA hanno potere di veto, di porre fine alla guerra e al massacro in Ucraina. Chi vogliono far ridere questi sedicenti “anticapitalisti”?
Ci sono anche correnti che proclamano che in Ucraina nell’immediato c’è una guerra tra NATO e Russia. Per ora non è così. La guerra di oggi è per chi prende l’Ucraina, chi schiaccia la classe operaia di quel Paese e colonizza quella nazione, o con un nuovo Patto di Minsk tra Putin e Biden, o sotto il pieno controllo di un agente militare a Kiev protetto da Mosca, che continui a garantire gli affari dei baroni del gas imperialisti in tutta l’Ucraina. Nel frattempo, la NATO continuerà a unire le forze, incorporando come propone oggi Finlandia e Svezia, imponendo sanzioni e fortificando militarmente i Paesi che controlla nell’est europeo. La NATO e le potenze imperialiste utilizzeranno l’attuale “lavoro sporco” di Mosca per farle pagare i costi politici ed economici di questa guerra, continuare a contenerla nelle sue frontiere e preparare nuove controffensive militari per il futuro.
Queste correnti sostengono lo slogan della “pace”, come se essa fosse possibile senza schiacciare la Nato e spazzare via il Franco controrivoluzionario da Mosca. Non c’è e non ci sarà pace senza la vittoria della classe operaia europea nella guerra di classe che le hanno dichiarato la borghesia, l’imperialismo, i loro governi e regimi assassini.
La richiesta di pace senza affermare che il nemico è in casa e che deve essere sconfitto, è un flagrante tradimento della lotta per sconfiggere la macchina da guerra della NATO e porre fine all’invasione russa dell’Ucraina.
La NATO ha cinicamente lasciato che Putin e le sue truppe controrivoluzionarie facessero il “lavoro sporco” in Ucraina
Il governo Zelensky dell’Ucraina urla ai quattro venti che l’hanno lasciato solo. Che credeva? Che le truppe della NATO sono truppe di liberazione nazionale? Cinico! Le truppe della NATO sono tanto e più assassine e oppressive di quelle di Putin. Sono quelle che hanno massacrato un milione di iracheni. Quelli che hanno invaso il Vietnam e l’hanno cosparso di napalm. Quelli che hanno messo un ombrello protettivo con la Turchia ad Al Assad e Putin per rigettare la Siria nel Medioevo. Quelle che hanno occupato l’Afghanistan… Sono quelle che per ora lasciano che questo “lavoro sporco” lo facciano le truppe d’invasione della “grande” Russia, così quando entreranno avranno già una classe operaia lacerata, massacrata e schiacciata e anche una colonia protetta, che cambierà oppressore e, in questo caso, anche proprietario.
I membri della NATO e il suo capo, gli USA, come abbiamo detto, non hanno ancora la base sociale di massa nei loro Paesi che gli permetterebbero di intraprendere nuove avventure bellicose e militari. La classe operaia nordamericana, francese, dello Stato spagnolo e tedesca, non permetterà di essere mandata a morire per gli affari di quelli di sopra. Come abbiamo detto, questo è il più grave “limite militare” che hanno gli USA e le potenze imperialiste di Maastricht. Avrebbero bisogno, come ha la Russia, di un nuovo Franco che schiacciasse con sciabole e stivali le masse.
Questo è il “vantaggio militare” di Putin come gendarme degli affari del capitalismo, che vuole far valere.
Diciamo che questo vantaggio militare è per ora, perché non è la stessa cosa vincere una guerra di posizione, di eserciti e persino occupare una nazione, che prendere il dominio e il controllo su di essa. O Putin metterà un soldato con la pistola puntata accanto a ogni minatore, ogni operaio, ogni insegnante, ogni medico, per lavorare e produrre sotto il controllo russo?
Questa è la contraddizione che hanno i “super” eserciti quando affrontano le masse in guerra civile, come è successo all’imperialismo yankee che ha subito gravi sconfitte quando si è trattato di voler schiacciare i popoli oppressi.
La battaglia per l’ingresso della Russia a Kiev si sta facendo molto più dura di quanto previsto dal Cremlino. È normale. Assolutamente normale. L’operaio che difende Kiev e le città dell’Ucraina difende la sua famiglia, la sua casa, la sua vita, che sono alle sue spalle. Invece chi attacca non difende nulla, se non la sua ambizione di vincere.
Tuttavia, questo non basta per imporre la vittoria delle masse contro le truppe di invasione. Da settimane Inghilterra e Francia annunciano di aver donato cinquecento milioni di dollari al governo ucraino per acquistare armi… Da parte loro, gli USA hanno affermato di avergli inviato armi all’avanguardia. Questa è un’infamia e una bugia! Il governo ucraino ha chiamato ogni uomo di età superiore ai diciotto anni a unirsi alle milizie per difendere Kiev e gli ha dato solo un kalashnikov con due caricatori. Miserabili. Mille volte miserabili.
Mandano a morte le masse, mentre la borghesia ruba i soldi, che tra l’altro non sono mai stati usati per comprare armi.
Le guerre contro l’oppressione e il colonialismo non si vincono sottomettendosi alla borghesia, tanto meno a qualche banda dell’imperialismo. Non c’è altra via d’uscita se non che le organizzazioni operaie, i sindacati, i contadini poveri e i soldati comuni prendano in mano la direzione della guerra e il controllo di tutte le armi, che invece al momento sono “custodite” dai generali ucraini che stanno negoziando la loro resa agli ufficiali russi.
L’offensiva militare “grande” russa in Ucraina è tutt’altro che finita, anche se verrà presa Kiev. C’è la bestia fascista di Al Assad che anche dopo undici anni di massacro insieme all’esercito russo, turco, americano e alle truppe “gurkha” come le YPG, non è ancora riuscita a liquidare la resistenza del popolo siriano, come non hanno potuto farlo gli yankee in Iraq e in Afghanistan.
Ciò che la “grande” Russia e la NATO meritano in Europa sono nuovi Iraq e nuovi Vietnam che finiscano per sollevare i lavoratori delle metropoli imperialiste a Parigi, Francoforte, Berlino, New York, e anche dentro la Russia, a Mosca, San Pietroburgo ecc. La strada per la vittoria sarà lì, quella della guerra civile di classe e della rivoluzione socialista per schiacciare la bestia imperialista e il suo carnefice nell’Europa orientale.
La sollevazione rivoluzionaria delle masse in Ucraina nel 2014, che è stata rapidamente sviata, tradita e schiacciata, ha svelato che la rivoluzione ucraina è stata, è e sarà una rivoluzione cardine delle rivoluzioni dell’oriente e dell’occidente d’Europa.
Da qui la sua importanza strategica, non solo per Putin e la NATO, ma fondamentalmente per la classe operaia europea e mondiale.
Dalle steppe russe al Portogallo, dai Paesi dell’ex-Patto di Varsavia a Maastricht… dobbiamo aprire fronti in tutta Europa!
Una stessa classe operaia, una stessa lotta, uno stesso nemico!
Contro le guerre controrivoluzionarie e l’invasione dell’Ucraina, la guerra civile in tutta Europa contro la NATO, l’imperialismo e l’assassino Putin!
Dal Kazakistan e dalla Bielorussia, dall’Ucraina e da Mosca, dalla Siria e dalla Georgia… La sanguinosa macchina da guerra di Putin deve essere sconfitta e schiacciata!
È necessario porre fine alla NATO e alla Maastricht imperialista che ha puntato la pistola alle tempie di tutti i lavoratori e delle masse popolari oppresse d’Europa e del mondo intero!
Anche le vite degli operai ucraini contano!
Contro le forze controrivoluzionarie delle bande imperialiste di Wall Street e dell’UE, contro l’attacco alle loro conquiste, contro la fame e la disoccupazione, le classi operaie nordamericana ed europea devono tornare a riprendersi le strade!
Il nemico è in casa! Il nemico è Wall Street! Il nemico è Biden, il comandante delle truppe assassine della NATO!
L’Ucraina indipendente non fu un fraintendimento di Lenin e della rivoluzione bolscevica del 1917, tutto il contrario. Solo sotto il governo rivoluzionario dei soviet nell’URSS, i popoli oppressi dell’Eurasia e dell’Europa orientale sono stati in grado di raggiungere la loro autodeterminazione e persino di fondare le loro nazioni. Questo perché la classe operaia è l’unica classe che non vive del lavoro altrui, ma del suo lavoro. Non è una classe che opprime, ma è una classe sfruttata. Quindi, il grido di guerra dei bolscevichi del 1917 deve raggiungere gli operai della “grande” Russia bianca di oggi e dei Paesi imperialisti: ogni popolo che opprime un altro non potrà mai liberarsi!
Ecco anche perché solo un governo rivoluzionario provvisorio degli operai e dei contadini poveri dell’Ucraina potrà dare il diritto all’autodeterminazione e all’autonomia ai popoli di Donetsk e Lugansk e le più ampie libertà democratiche a tutti gli oppressi della nazione ucraina.
La Russia ha invaso l’Ucraina. La resistenza delle masse ucraine è già iniziata
Se si imporrà l’occupazione di Putin, l’Ucraina resterà legata con doppie e triple catene e sarà consegnata come moneta di scambio dall’assassino Putin ai macellai imperialisti di Maastricht o di Wall Street.
Ieri era la Siria… Oggi è l’Ucraina… Se non fermiamo la bestia imperialista e i suoi soci controrivoluzionari, si aprirà la strada alla guerra e al fascismo.
Gli USA annunciano già la mobilitazione di enormi contingenti militari di 150.000 uomini nel Mediterraneo, nel Baltico e nei Paesi della Nato che si trovano al confine con la Russia. Per l’imperialismo, l’Ucraina è una “perla per la sua corona” che spera di recuperare come colonia e schiacciata, circondando la Russia che, lungi dal tornare al tempo degli zar, dovrà guardarsi allo specchio delle ex-repubbliche sovietiche che sono state totalmente colonizzate o semicolonizzate dall’imperialismo.
In America Latina, negli USA, in Europa, in Africa, la classe operaia non si è arresa. Coloro che lo fanno da molto tempo sono le direzioni traditrici che svendono le loro lotte.
Bisogna combattere! Per l’unità e la lotta rivoluzionaria internazionale della classe operaia!
Per un’Ucraina della classe operaia, unita, sovietica e indipendente!
Per gli Stati Uniti Socialisti d’Europa!
Carlos Munzer e Nadia Briante
Per il Comitato Editoriale di “El Organizador Obrero Internacional”,
portavoce del Collettivo per la Rifondazione della Quarta Internazionale / FLTI