L’Ucraina, dal 2014, è diventata una nazione divisa, occupata e colonizzata dall’imperialismo e dal suo scagnozzo Putin. Ma ora è anche una nazione bombardata e invasa.
Nel 2014/2015 gli Stati Uniti hanno usato il loro sicario Putin per strangolare la rivoluzione e dividere l’Ucraina nell’accordo controrivoluzionario di Minsk. Con il fascismo di Kiev e la perfida politica controrivoluzionaria del fronte popolare nel Donbass, come i due capi della stessa corda, hanno assoggettato le masse ucraine all’Accordo di Minsk e la nazione depredata al FMI, trasformandola in un vero e proprio protettorato. In cambio, per contenere i lavoratori del Donbass che, insieme alle masse di Kiev, avevano rovesciato il presidente filo-russo Yanukovich, l’imperialismo cedette la Crimea e il Donbass a Mosca. Lì, i Cento Neri di Putin hanno schiacciato il movimento dei minatori in rivolta e imposto un regime completamente fascista, come hanno fatto gli Stati Uniti a Kiev, sotto la bandiera della “democrazia” e della “libertà”. Con questi patti controrivoluzionari, l’imperialismo statunitense con il loro gendarme Putin hanno schiacciato l’Ucraina, e ottenuto il bottino del gas ucraino, la cui compagnia principale è finita nelle mani del figlio di Biden. Il ruolo della borghesia orientale e occidentale, e di tutti gli agenti dell’imperialismo nella regione, era quello di mantenere le file del proletariato divise per impedire la vittoria degli sfruttati.
E ora l’Accordo di Minsk è esploso da destra, perché non sono state le masse lavoratrici di Europa, Russia, Stati Uniti e il mondo a insorgere contro di esso, ma prima di tutto l’imperialismo che cerca di mantenere l’Ucraina unendola alla NATO, e poi l’assassino Putin che avanza sull’intero territorio ucraino.
Ma in termini storici, la questione nazionale in Ucraina non è nuova: non poteva essere risolta, se non nel periodo dell’Ucraina sovietica e socialista quando nel 1922 si federava volontariamente nell’URSS. Di questo parla Putin, quando afferma che l’esistenza dell’Ucraina è colpa di Lenin.
L’Ucraina è una nazione arrivata tardi nella costituzione delle nazioni sviluppate dal capitalismo in Europa nel 19° secolo. Storicamente soggiogata dall’Impero Ottomano, dall’Impero Austro-Ungarico e poi dalla Russia zarista, faceva parte di quella prigione delle nazioni che era conosciuta come Russia. Ma come abbiamo detto, nel 1922 con l’eroica rivoluzione socialista dell’URSS del 1917, l’Ucraina ottenne il diritto all’autodeterminazione nazionale e persino all’indipendenza. Per essa questo era l’unico modo, come Ucraina Socialista e Sovietica, di prendere in mano il proprio destino.
Con l’espropriazione della Rivoluzione d’Ottobre per mano dello stalinismo, l’URSS tornò a essere una prigione di nazioni e l’Ucraina vi rimase di nuovo intrappolata.
L’“indipendenza” dell’Ucraina dopo la restaurazione capitalista nell’ex Unione Sovietica non era altro che un’illusione. L’Ucraina è nata negli anni ’90 come “nazione indipendente”, con il 17% dell’enorme debito estero che la Russia aveva con Citibank e le banche imperialiste; con la base militare russa in Crimea per garantire la circolazione di gasdotti e oleodotti attraverso il territorio ucraino verso la Germania; e sottomessa agli affari della borghesia “Grande Russa” associata alle grandi compagnie petrolifere imperialiste come la francese Total, la tedesca BASF e la British Petroleum.
E il flagello stalinista ha anche lasciato in eredità la catastrofe nucleare di Chernobyl all’Ucraina, che ha reso le terre più ricche dell’Ucraina avvelenate dalle radiazioni fino ad oggi, dove i bambini continuano a nascere con tumori al cervello e hanno il più alto tasso di malati di cancro al mondo.
In altre parole, negli anni ’90, l’Ucraina è nata come semicolonia e come collegamento negli affari delle grandi potenze imperialiste europee con la Russia. Strangolata dalle banche multinazionali europee e assoggettata al Fondo Monetario Internazionale, l’Ucraina ha perso tutta l’indipendenza nazionale. E strangolata dallo stivale stalinista, non ha nemmeno una lingua nazionale.
Ma dobbiamo anche affermare che l’Ucraina è una nazione che non ha potuto mai essere dominata dagli zar o dallo stalinismo, perché si percepiscono come una nazione europea indipendente.
In Ucraina il potere non fu preso nel 1917, come in Russia, ma nel 1922. In quegli anni rivoluzione e controrivoluzione si trovarono faccia a faccia sul territorio ucraino. I 14 eserciti imperialisti che hanno invaso l’URSS sono entrati attraverso l’Ucraina, per rubare grano e cibo. Nel 1917, le truppe bianche dello zarismo presero il controllo dell’Ucraina, che fu recuperata dall’Armata Rossa. Ma quello stesso anno si formarono la Rada e il movimento nazionalista borghese ucraino, che espulse l’Armata Rossa. Nel 1918 le truppe tedesche occuparono il Paese e sciolsero la Rada, stabilendo un regime fantoccio caduto dopo la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale.
Nella foga di questi eventi, sorse un movimento nazionalista di sinistra che ebbe la sua espressione politica nel Partito Borotbá. Trotsky (1939) sostiene che le tendenze nazionaliste irrompono violentemente in Ucraina tra il 1917 e il 1919: «L’ala sinistra di queste tendenze si è espressa nel Partito Borotba. L’indicatore più importante del successo della politica leninista in Ucraina è stata la fusione del Partito bolscevico ucraino con l’organizzazione dei borotbisti.» Il Partito bolscevico ucraino, che era solo da tre anni, decentralizzato dalla Terza Internazionale e isolato, guidato dalla politica dei marxisti rivoluzionari che avevano preso il potere nel ’17, prese il potere in Ucraina e il primo provvedimento fu un plebiscito per l’indipendenza dell’Ucraina. In tal modo, le masse ucraine, che avevano subito dozzine di occupazioni, hanno votato per l’indipendenza nazionale. I bolscevichi dimostrarono così che l’indipendenza nazionale dell’Ucraina poteva e voleva essere garantita solo dai soviet degli operai e dei contadini. E fu più tardi che quei consigli operai, nel 1922, votarono per la federazione volontaria con l’URSS. L’unica volta in cui l’Ucraina è stata indipendente e autorganizzata è stato sotto un governo sovietico, fino a quando lo stalinismo ha trasformato l’URSS in una prigione di nazioni, che, come prima lo zarismo, ha oppresso nazioni come l’ucraina, la georgiana, la cecena, ecc.
Ecco perché Trotsky ha affermato che l’oppressione di Stalin ha spinto l’Ucraina sempre più verso l’imperialismo, esacerbando le tendenze separatiste, e quindi ha affermato alle porte della seconda guerra mondiale che l’unità e l’indipendenza dell’Ucraina degli operai e dei contadini nella lotta contro l’imperialismo e contro il bonapartismo moscovita, era una questione di prim’ordine, e l’unico modo per garantirla era il mantenimento del suo carattere sovietico e rivoluzionario. «Nonostante gli enormi progressi compiuti dalla Rivoluzione d’Ottobre nel campo delle relazioni internazionali, la rivoluzione proletaria isolata in un Paese arretrato non è riuscita a risolvere la questione nazionale, soprattutto ucraina, che è essenzialmente di carattere internazionale. La reazione termidoriana, coronata dalla burocrazia bonapartista, ha respinto le masse anche nella sfera nazionale. Le grandi masse del popolo ucraino sono insoddisfatte della situazione della loro nazione e vogliono cambiarla drasticamente» (Trotsky, 1939) . Ecco perché il suo slogan era: per un’Ucraina sovietica indipendente!
Questo problema storico dell’Ucraina è una questione chiave perché il sentimento nazionale dell’Ucraina è progressista, perché è una nazione oppressa, schiacciata e occupata, che oggi di fronte all’invasione russa difende la sua indipendenza con picchetti autorganizzati, martelli, bombe molotov e bastoni. È una nazione in cui le masse vogliono essere indipendenti e, incapaci di sopravvivere dopo la caduta dell’URSS, centinaia e migliaia di lavoratori ucraini sono stati costretti a fuggire in Occidente per lavorare come schiavi salariati. Gran parte della popolazione ucraina vive degli euro inviati dai lavoratori che sono andati a lavorare in altri Paesi europei.
La borghesia e l’imperialismo hanno sempre cercato di usare a loro favore quel sentimento nazionale delle masse ucraine, che esprime in modo labirintico la lotta contro le loro miserabili condizioni di esistenza (Trotsky: 1939). Nel 2014, l’oligarchia di Kiev ha incanalato le legittime aspirazioni di un settore delle masse e il loro odio per il presidente Yanukovich e il macellaio Putin, espropriandone la lotta, ha deviato la rivolta rivoluzionaria, promettendo agli sfruttati che la soluzione alle loro difficoltà sarebbe arrivata con un accordo con l’Unione Europea. Lo stalinismo e la borghesia filorussa fecero lo stesso, usurparono il sentimento nazionale e antimperialista, più che legittimo, delle masse del Donbass, che sapevano che se il piano di Kiev fosse andato avanti, avrebbe chiuso le miniere.
Ma la borghesia ucraina ha da tempo dimostrato di non aver mai liberato e di non avere alcuna intenzione di liberare l’Ucraina. Come abbiamo affermato nel 2014, «la questione nazionale e il sentimento che si annida contro l’oppressione di decenni e secoli del popolo ucraino da parte degli zar, dello stalinismo e ora dell’imperialismo, possono essere risolti solo – come ha dimostrato la rivoluzione d’ottobre – da un’Ucraina Sovietica e indipendente, federata per propria volontà negli Stati Uniti Socialisti d’Europa. Per questo sarà necessario conquistare una nuova rivoluzione socialista vittoriosa in Ucraina e in tutti i Paesi dell’ex URSS». Per un’Ucraina Sovietica e Socialista unita, libera e indipendente!
Nadia Briante ed Eliza Funes
qui l’originale → http://www.flti-ci.org/ucrania/2022/febrero/ucrania-cuestion-nac-feb2022.html