Fermiamo l’occupazione di Putin in Ucraina
Sotto lo stivale di Putin o della Nato, l’Ucraina rimarrà una colonia sotto tutela
Per un’Ucraina operaia, sovietica e indipendente!
Nessuna fiducia in Zelensky e nella sua direzione borghese e filo-imperialista della guerra
Zelensky sta già negoziando la spartizione dell’Ucraina con gli oligarchi russi e ucraini
Per la solidarietà degli operai europei:
Fermiamo il massacro degli operai ucraini!
Milizie operaie internazionaliste!
Guerra alla guerra!
Bisogna disarmare la Nato!
Gli operai e i soldati semplici di Russia devono girare i fucili!
Sciopero Generale rivoluzionario in tutta Europa!
In un contesto generale in cui l’imperialismo utilizza il ruolo controrivoluzionario di gendarme di Putin, l’occupazione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin prosegue nell’est e nel sud del Paese (vedi riquadro laterale). E mentre ciò accade, sono già in corso le trattative per la spartizione dell’Ucraina da parte delle oligarchie russe e ucraine. La bandiera russa sventola già nell’est e nel sud dell’Ucraina mentre Putin e Zelenski negoziano a livello internazionale con il beneplacito della Nato.
Nel frattempo, la classe operaia ucraina lotta contro l’invasore russo con bombe molotov e fucili da caccia insieme ai soldati semplici nel mezzo del massacro delle loro masse popolari da parte di Putin, come è successo in Siria.
La resistenza ucraina sta con abnegazione versando il suo sangue nelle battaglie contro le truppe di Putin. Ma Zelensky e i suoi generali non le distribuiscono le armi che i governi imperialisti europei e la Nato gli stanno consegnando, sono stoccate nei loro magazzini, custodite in modo che gli operai non ne entrino in possesso e le possano utilizzare, oltre che contro le truppe di Putin, contro gli oligarchi e la borghesia ucraina, di cui Zelensky è un fedele rappresentante.
È necessario che si mettano in piedi comitati di operai e soldati semplici, con una milizia operaia per quartiere, città, regione e a livello nazionale.
Bisogna conquistare l’armamento generalizzato di tutti i lavoratori e delle masse popolari impoverite dell’Ucraina! La richiesta di “armi per la resistenza dell’Ucraina”, deve convertirsi in un appello alla classe operaia mondiale e alle sue organizzazioni, è il compito del momento.
La sconfitta delle truppe d’invasione del Cremlino per mano delle masse sfruttate ucraine sarà ottenuta con la classe operaia come protagonista e non con i generali marionette della Nato. Gli operai, le masse popolari impoverite e i soldati semplici devono prendere nelle loro mani il controllo dell’armamento di tutte le caserme d’Ucraina, destituendo tutti gli ufficiali, che con Zelenzki in testa, sottomessi agli ufficiali della Nato, concordano in segreto con Mosca e stanno preparando la loro resa negoziando sul sangue delle masse popolari ucraine.
Per il disarmo della borghesia da parte dei lavoratori!
L’Ucraina si difende per mezzo della rivoluzione proletaria e non tramite gli imperialisti e la borghesia!
La vittoria potrà essere garantita solo dal proletariato che diriga la guerra contro la borghesia ucraina e i suoi accordi, e difendendo dal resto del mondo l’Ucraina come nazione oppressa con l’unità internazionale della classe operaia, dei Paesi europei e della Russia, per farla finita con l’Unione Europea imperialista e con Putin.
Operai del mondo, uniamoci… alla resistenza ucraina, contro Putin e la Nato
Gli operai europei, nordamericani e di tutto il mondo devono imbarcare armi e garantire che arrivino direttamente alla resistenza ucraina boicottando la macchina da guerra imperialista e di Putin in modo che non siano imbarcati ne arrivino rifornimenti militari alle truppe controrivoluzionarie della Nato ne a quelle di Putin.
Allo stesso tempo, la resistenza operaia e contadina in Ucraina deve cercare la fraternizzazione e chiamare a disertare i soldati semplici russi che sono lavoratori e contadini poveri sotto le armi, incoraggiandoli a girare i fucili contro il macellaio Putin e la loro stessa borghesia. La resistenza ucraina deve fare propria la rivendicazione della libertà per le migliaia di prigionieri politici incarcerati da Putin per aver affrontato la guerra, rifiutandosi di uccidere i loro fratelli in Ucraina.
Bisogna conquistare una direzione operaia e contadina della guerra. È necessario costituire un Comitato Militare Rivoluzionario di operai, delle masse popolari impoverite e di soldati semplici per garantire il controllo dell’armamento e di tutti gli arsenali d’Ucraina, disconoscendo tutti gli ufficiali borghesi, sempre disposti a negoziare e scendere a patti con Mosca e l’imperialismo.
Solamente la lotta rivoluzionaria degli operai e dei contadini poveri d’Ucraina potrà garantire il diritto all’autodeterminazione e all’autonomia anche alle masse popolari di Donetsk e Lugansk e le più ampie libertà democratiche a tutti gli oppressi della nazione ucraina.
Bisogna farla finita con Putin e con le pretese della Nato. L’unica soluzione è l’irruzione decisiva nelle strade del proletariato europeo, di Russia e a livello internazionale, che paralizzi la macchina da guerra di Putin e chiami a combattere apertamente contro la Nato e l’Unione Europea.
Sciopero generale rivoluzionario Europeo! Hanno cominciato a svilupparsi boicottaggi dei carichi che trasportano rifornimenti per Putin e per le truppe della Nato in Inghilterra, Italia, Olanda e vari altri Paesi. E in Italia, il 20 maggio, si prepara uno Sciopero generale contro le politiche di guerra e i governi della guerra, che è un esempio da seguire e un buon punto di partenza.
Dalle centrali sindacali e dalle organizzazioni operaie di tutti i Paesi europei, occorre lanciare un appello a coordinare la lotta e l’azione con gli operai dell’ex-Patto di Varsavia. Bisogna mettere in piedi Comitati di Coordinamento e Azione Internazionale per lottare insieme alla resistenza operaia e contadina d’Ucraina e ai milioni di rifugiati ucraini.
Come già fece la classe operaia mondiale di fronte alla guerra Civile Spagnola negli anni ’30 del secolo scorso, è necessario lanciare una campagna affinché le organizzazioni operaie inviino miliziani internazionalisti a combattere a fianco degli sfruttati ucraini.
Che vengano organizzate raccolte finanziarie invitando tutti i lavoratori a contribuire con una giornata di paga per la resistenza. Organizziamo picchetti in tutti i porti d’Europa fermando la macchina da guerra della Nato, che venga rifornita la resistenza e che non arrivi una sola munizione per il macellaio Putin, ecc.
Per il trionfo della nazione ucraina per mano delle masse armate! Questo deve essere il primo passo della rivoluzione in tutte le nazioni oppresse del continente e nelle metropoli di tutta Europa!
È tempo di una grande azione internazionalista della classe operaia europea e degli Usa! Per un’Ucraina operaia, sovietica e indipendente!
Gli stalinisti, i social-imperialisti e gli ex-trotskisti contro l’indipendenza di classe
Non solo il macellaio Putin, da un lato, e Zelensky e la sua direzione borghese della guerra, dall’altro, vogliono disarticolare la resistenza operaia ucraina, il primo per massacrare e occupare un Paese di cui non riconosce l’esistenza e che considera suo, e il secondo perché non ci sia posto per una direzione operaia di guerra che metta in pericolo la sua direzione borghese che finirà per arrendersi e dividere gli affari tra la sua oligarchia e quella russa in un piano di spartizione tra imperialismo e Russia. Anche le direzioni traditrici della classe operaia fanno la loro parte per disarticolare la resistenza operaia ucraina e la classe operaia europea e mondiale in generale.
Gli stalinisti dei Partiti “comunisti”, che appoggiano il controrivoluzionario Putin, e alcuni ex-trotskisti, come i morenisti della Lit e della Uit, spargendo illusioni sulle “bontà democratiche” dell’Unione Europea e di Biden, dai quali pretendono che armino gli operai e i contadini ucraini. Questi sono i due capi della stessa corda che strangola la classe operaia d’Ucraina. Basta sottomettere i lavoratori ai loro schiavisti! Gli ex-trotskisti morenisti si schierano con l’Ucraina, ma senza mettere in discussione la direzione borghese della guerra, una logica che deriva dalla loro teoria riformista della “rivoluzione democratica”. E gli stalinisti, che hanno svenduto una a una le nostre battaglie nel corso della storia, si schierano con il macellaio Putin e oggi chiamano nazisti gli sfruttati ucraini mentre definiscono Putin il “denazificatore” e il “liberatore degli oblast filo-russi”.
Ieri gli operai del mondo sono stati ingannati sotto la farsa della “lotta contro il terrorismo” in Siria, liberando le mani di Putin e di Al Assad e di tutte le forze controrivoluzionarie che, al comando degli yankee, hanno massacrato la rivoluzione. Queste stesse direzioni che chiamarono “jihadista” la resistenza siriana oggi, con la truffa della “lotta contro i nazisti”, chiamano nazista la resistenza ucraina e separano gli operai e i contadini ucraini dalla classe operaia mondiale, cosicché Putin e la Nato possano applicare lo stesso piano della Siria in Ucraina.
In questa guerra non è possibile avere una politica astensionista, neutrale, come sostengono altri ex-trotskisti, come quelli del Pts argentino e delle sue succursali in Europa (Crt nello Stato spagnolo, Révolution Permanente in Francia e la Fir-Voce delle Lotte in Italia). Dire che è una guerra tra due campi reazionari come dicono questi ex-trotskisti, equiparando gli invasori russi alle masse popolari ucraine invase, è fare il gioco di Putin e dell’imperialismo.
Noi rivoluzionari trotskisti di principio ci ubichiamo nella trincea militare della nazione ucraina e lottiamo per la sua vittoria sulle truppe fasciste di Putin, perché è una guerra completamente giusta contro l’invasione reazionaria di Putin, il gendarme dell’imperialismo in Eurasia. Ci collochiamo nel campo militare degli ucraini invasi, sebbene vi sia Zelenski, ma non nel loro campo politico borghese, ma denunciando continuamente il tradimento degli Zelenski borghesi e disputando loro la direzione affinché ce l’abbiano gli operai. È la stessa posizione che avevamo in Siria riguardo all’Esl (Fsa), o nella guerra civile spagnola, in cui i trotskisti erano nel campo militare repubblicano, contro il fascista Franco, ma senza avere la benché minima fiducia nei governi borghesi di Casares Quiroga, Largo Caballero e Negrín che volevano sottomettere gli operai contro la rivoluzione, e mantenendo una linea rivoluzionaria di independenza di classe.
Bisogna anche opporsi ai social-imperialisti come Podemos, che fa parte del governo borghese spagnolo, che mantiene una posizione “pacifista”, scommettendo sui canali diplomatici delle istituzioni borghesi nazionali e sovranazionali, e anche altri ex-trotskisti, come gli Anticapitalistas spagnoli e l’Npa francese o come le diverse frazioni provenienti dal tronco Militant (di Woods, Ramos o Taffee), che mantengono una posizione apparentemente “Né con Putin né con la Nato” innalzando un “No alla guerra!” e “Per la pace!” ma senza posizionarsi nel campo militare ucraino o con la sua resistenza operaia.
Queste posizioni sono una trappola reazionaria perché la richiesta di pace si conquista con il grido della classe operaia delle metropoli: «Il nemico è in casa e deve essere sconfitto», lottando per sconfiggere la macchina da guerra della Nato e porre fine all’invasione russa dell’Ucraina, e sempre ponendosi dalla parte della resistenza operaia ucraina.
Le guerre contro l’oppressione e il colonialismo non si vincono sottomettendosi alla borghesia, tanto meno a qualche banda dell’imperialismo. L’unica soluzione consiste nel fatto che le organizzazioni operaie, i sindacati, i contadini poveri e i soldati semplici prendano nelle loro mani la direzione della guerra e prendano il controllo di tutto l’armamento, che è attualmente “ben custodito” dai generali ucraini che stanno negoziando la loro resa con gli ufficiali russi.
Noi rivoluzionari trotskisti ci siamo collocati nella trincea della nazione ucraina, ma non ci sottomettiamo alla Nato, lottiamo per spezzare la sottomissione degli operai e dei contadini poveri d’Ucraina alla borghesia, per colpire insieme a livello internazionale per sollevare la classe operaia mondiale e, principalmente, per rafforzare la nostra lotta per sconfiggere le direzioni social-imperialiste e i loro partiti stalinisti e riformisti. E lottiamo per l’armamento dei lavoratori, nonostante la borghesia ucraina e l’imperialismo siano molto attenti che ciò non avvenga.
Dobbiamo sconfiggere le direzioni social-imperialiste che sottomettono la classe operaia delle metropoli ai suoi carnefici della Nato, paralizzando le sue forze, separandola dai suoi fratelli in Ucraina, mentre Putin avanza a sangue e fuoco sugli sfruttati!
Bisogna porre fine alla Nato e all’Unione Europea imperialista di Maastricht che puntano la pistola alla tempia di tutti i lavoratori e delle masse popolari oppresse d’Europa e del mondo intero! Per la rivoluzione socialista europea!
Il nemico è in casa! Il nemico è Wall Street! Il nemico è Biden, il comandante delle truppe assassine della Nato!
Sciopero Generale Rivoluzionario in tutta Europa!
Benito Toribio Morales
qui l’originale spagnolo → http://www.flti-ci.org/ucrania/2022/mayo/ucrania-09mayo2022.html
Occupazione dell’Ucraina meridionale e orientale: dal Donbass alla Transnistria passando per “Tauride”?
Dopo una prima fase della guerra, alcune settimane fa Putin diceva di essersi ritirato da Kiev per concentrarsi sul Donbass. Ma vediamo che l’occupazione russa va un po’ più in là che nelle oblast di Lugansk e Donetsk nel Donbass. Una vera e propria occupazione con un’estensione a ferro di cavallo si dispiega da Kharkov, nel nord-ovest del Paese, quasi fino a Odessa, nel sud, passando per l’est e i territori intermedi. Nel frattempo, abbiamo appreso di incidenti e minacce nel territorio filo-russo della Transnistria nella vicina Moldova, a cui Putin potrebbe congiungere il suo ferro di cavallo ucraino, dando vita a un’internazionalizzazione del conflitto.
Nei territori intermedi che vanno dal Donbass a Odessa si trovano le oblast di Kherson e Zaporizhia, dalle cui grandi città non solo non si sono ritirate le truppe di Putin ma, anzi, vi sventola già la bandiera russa. A giustificare questo fatto c’è la circostanza che il governatore della Crimea, occupata dal 2014 da Putin, ha proposto alla Duma russa di restaurare l’ex provincia dell’impero russo di Tauride, che è l’attuale territorio della penisola di Crimea più una porzione di terra grande quanto la Crimea che si estende fino al sud delle oblast di Kherson e Zaporizhia. Queste sono le oblast che si collegano a est con Donetsk, proprio con Mariupol. Così, occupando questa immaginaria “Tauride”, Putin avrebbe sotto il suo controllo, verificandosi una vera annessione, le tre grandi città industriali del sud ucraino: Kherson, Melitopol e Zaporizhia che si unirebbero alle tre della penisola di Crimea: Sebastopoli, Simferopoli e Yalta.
Questa scusa della Tauride imperiale di Putin serve per avvicinarsi a Odessa, dalla quale avrebbe accesso alla Transnistria, in Moldova, dove si trova il più grande arsenale della guerra fredda e dove la Russia controlla già il suddetto territorio separatista della Moldova. Ecco perché l’intenzione del Cremlino va oltre il limitarsi a Lugansk e Donetsk nel Donbass.
Questo è il motivo per cui vuole avere il controllo di tutta l’Ucraina meridionale. I suoi occhi sono puntati sull’acquisire i territori filo-russi della Moldova, in cui forse in futuro potrebbe esserci un’escalation militare.