Enorme risposta internazionalista del sindacalismo combattivo dello Stato Spagnolo di fronte all’arresto di sindacalisti di SiCobas e Usb in Italia

All’alba di martedì 19 luglio si è dispiegata in Italia una azione intimidatoria contro il proletariato e le sue avanguardie di lotta in vista dell’autunno caldo. Nella mattinata, appena appresa la notizia, da Avanzata Proletaria e Democracia Obrera dello Stato Spagnolo abbiamo espresso la nostra incondizionata solidarietà militante ai compagni militanti sindacali di Si Cobas e USB colpiti dall’azione degli apparati repressivi dello Stato borghese, tesa a intimidire il proletariato e a colpirne le avanguardie di lotta in previsione dell’acuirsi dello scontro di classe.
Abbiamo pertanto invitato tutti movimenti di lotta e ogni militante e solidale a coordinarsi con le sedi provinciali di Si Cobas e USB per sostenere le iniziative di lotta in risposta a questo attacco.
Abbiamo inoltre fatto appello a tutte le organizzazioni che hanno organizzato e animato lo SCIOPERO GENERALE E SOCIALE CONTRO LA GUERRA, L’ECONOMIA DI GUERRA E IL GOVERNO DELLA GUERRA dello scorso 20 maggio a coordinarsi con i sindacati colpiti per organizzare la necessaria risposta a questo violentissimo attacco padronale.

Riportiamo di seguito:


Il comunicato di solidarietà delle organizzazioni del sindacalismo alternativo e combattivo dello Stato spagnolo

ATTACCHI E REPRESSIONE IN ITALIA CONTRO I SINDACATI COMBATTIVI E LA CLASSE OPERAIA:

Liberazione immediata e incondizionata per Aldo, Arafat, Carlo, Bruno, Fisal, Issa, Riadh e Roberto sindacalisti di Si Cobas e USB!

La libertà sindacale e il diritto di sciopero non si negoziano!


Nella mattinata di martedì 19 luglio, una brutale operazione di polizia, organizzata dalla procura di Piacenza, ha colpito e arrestato sindacalisti e lavoratori di Si Cobas e USB. Con più di 350 pagine di ordini, arresti, misure cautelari e decine di denunce cercano di zittire la classe operaia italiana.

Questi due sindacati sono stati parte molto attiva nella lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della logistica per anni, nelle lotte di GLS, Amazon, FedEx-TNT, sono stati anche tra i convocanti dello Sciopero dello scorso 20 maggio contro la guerra, l’invasione dell’Ucraina e contro le misure della NATO, ecc. Li accusano di “commettere violenza privata”, “resistenza a pubblico ufficiale”, “sabotaggio” e “interruzione di servizio pubblico”.

In sostanza, li accusano di aver organizzato e/o partecipato ad azioni di disturbo, scioperi e picchetti, per lottare per migliori condizioni per i lavoratori della logistica e di altri settori. Si tratta di una montatura giudiziaria che attenta alla libertà sindacale e al diritto di sciopero.

Il governo, la magistratura e la polizia, al servizio del potere economico stanno attaccando non solo i compagni di USB e Si Cobas, ma l’intera classe operaia italiana. Mentre i padroni aumentano i loro profitti in piena crisi e l’inflazione e il costo della vita non smettono di aumentare, vogliono che la classe operaia rimanga in silenzio e senza diritti.

Questo attacco ai sindacati combattivi italiani è un colpo brutale volto a mettere fuori legge la contrattazione di secondo livello, eliminando così definitivamente il sindacalismo di classe e combattivo.

Accusandoli, ci accusano tutti, non solo in Italia, ma in tutta Europa, perché siamo nelle stesse condizioni, con l’inflazione senza freni e i salari a terra. Con la precarietà del lavoro che occupa tutti i settori, con il lavoro schiavo che muore in questa sconosciuta ondata di caldo brutale che spazza le strade, con i migranti uccisi alle frontiere perché c’è troppa manodopera o migliaia incarcerati in veri campi di concentramento o “senza documenti” supersfruttati.

Oggi è necessaria l’unità della classe operaia in una lotta generalizzata contro l’inflazione, per l’aumento dei salari, per documenti di soggiorno per tutti e per la libertà dei sindacalisti arrestati in Italia e la cessazione della repressione sindacale.

Noi sottoscritte organizzazioni del sindacalismo alternativo e combattivo di Paesi Baschi, Galizia, Canarie, Catalogna e Paesi Catalani, Andalusia, Asturie, Aragona e il resto dello stato spagnolo esprimiamo tutta la nostra solidarietà e appoggio ai lavoratori e ai Sindacati repressi e denunciamo il governo italiano, i padroni e la loro magistratura e polizia per aver attentato ai diritti fondamentali della classe operaia di organizzarsi sindacalmente, fare picchetti, scioperi, ecc.

Una sola classe, una stessa lotta!
Se toccano uno, toccano tutti!

Alternativa Sindical de Clase, ASC; Central Unitaria de Traballadoras CUT Galiza; Colectivo Unitario de Trabajadores, CUT Aragón; Comisiones de Base, CoBas; Confederación General del Trabajo, CGT; Confederación Intersindical, CI; Confederación Nacional del Trabajo CNT Comarcal Sur; Confederación Sindical Solidaridad Obrera; Coordinadora de Trabajadores del Metal CTM Cádiz; Corriente Sindical de Izquierdas, CSI Asturies; Ezker Sindikalaren Konbergentzia ESK Euskal Herria; Intersindical Alternativa de Catalunya, IAC; Intersindical Canaria IC; Intersindical Valencià, IV Pais Valencià; Langile Abertzaleen Batzordeak LAB Euskal Herria; Plataforma Sindical EMT; Sindicato Andaluz de Trabajadores, SAT Andalucía; Sindicato Asambleario de la Sanidad, SAS.

fonte https://twitter.com/SoliObrera/status/1550527629165576194


Il manifesto unitario del sindacalismo di base

PIACENZA, 23 LUGLIO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE PROLETARIE!

All’alba di martedì, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari e disposto altre misure cautelari per otto dirigenti nazionali e locali del SI Cobas e della USB operanti da anni nel settore della logistica.
A questi si aggiungono decine di lavoratori e attivisti messi sotto accusa.
Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc.

Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.
Per la procura di Piacenza le lotte condotte nei magazzini della logistica dal 2014 al 2021: sarebbero state attuate per motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale.
Questo teorema giudiziario è un evidente tentativo (questo certamente criminale) di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.
Si vuole negare la legittimità del sindacalismo conflittuale e delle sue pratiche e si vuole dare una ulteriore spinta repressiva contro il diritto di sciopero in un settore strategico per le multinazionali e per il capitale.

Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: Gls, Amazon, FedEx-Tnt, Ikea, Leroy Merlin, ecc.: mobilitazioni grazie alle quali il sindacalismo di classe e combattivo è riuscito a rivoltare come un calzino un settore che per anni ha rappresentato una vera e propria giungla di supersfruttamento, caporalato, precarietà e salari da fame: una giungla resa possibile dalle connivenze istituzionali e dalla complicità dei sindacati Cgil-Cisl-Uil, con l’utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a finte cooperative, con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata.

Grazie ad anni di dure lotte migliaia di lavoratori a Piacenza e in gran parte del centro-nord hanno conquistato salari dignitosi e messo fine ai ricatti imposti dai padroni, pagando un prezzo durissimo in termini repressivi e di sangue, come dimostrato dagli omicidi di Abd El Salaam nel 2016 fuori ai cancelli GLS di Piacenza e di Adil Belakhdim lo scorso anno all’esterno del magazzino Lidl di Biandrate.
È del tutto evidente il legame tra questo teorema repressivo “ad orologeria” e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato dell’associazione padronale del settore (Assologistica), con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.

Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala teso a mettere fuori legge gli scioperi e la contrattazione nelle aziende, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.

L’avanzare della crisi capitalistica, e il malessere sociale sempre più montante a seguito dell’economia di guerra e del carovita, producono un’offensiva sempre più stringente contro i lavoratori, e in particolare contro le avanguardie di lotta sindacali e sociali.

Contro questa ennesima provocazione poliziesca è necessario rispondere in maniera unitaria e compatta, al di la di ogni steccato di categoria o di appartenenza di sigla.

Per questo motivo, facciamo appello a tutte le forze del sindacalismo conflittuale e a tutti i movimenti sociali e politici non asserviti al diktat dei padroni e del governo Draghi, a costruire una manifestazione nazionale a Piacenza, sabato 23 luglio alle ore 14 con concentramento ai giardini Margherita (di fronte alla stazione FS).

LE LOTTE CONTRO SFRUTTAMENTO E CAPORALATO NON SI PROCESSANO. LA VERA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SONO STATO E PADRONI.

ALDO, ARAFAT, BRUNO, CARLO, FISAL, ISSA, RIADH E ROBERTO: LIBERI SUBITO!

SI COBAS USB ADL COBAS SGB SLAI COBAS Per il sindacato di classe CUB UNICOBAS COBAS Sardegna USI-CIT Confederazione COBAS

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